Usa, Cruz vince le primarie repubblicane in Kansas: Uniti contro Trump

Usa, Cruz vince le primarie repubblicane in Kansas: Uniti contro Trump
di Anna Guaita
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Domenica 6 Marzo 2016, 00:27 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 16:18

NEW YORK – “Il massacro del sabato sera”.  Così il commentatore repubblicano Joe Scarborough ha definito le primarie di sabato, che hanno visto vittorie sia per Hillary Clinton e Bernie Sanders fra i democratici, e Donald Trump e Ted Cruz fra i repubblicani. Vittima del “massacro” è stato Marco Rubio, il 44enne senatore repubblicano della Florida, che non si è aggiudicato nulla nonostante vari vip del partito fossero scesi in campo a suo favore.

Questo è forse il risultato più clamoroso di sabato, che ha visto caucus in quattro Stati e primarie in uno. Per i repubblicani Donald Trump ha vinto il caucus del Kentucky e le primarie della Louisiana, mentre il senatore texano Ted Cruz si è aggiudicato i caucus del Kansas e del Maine. Cruz, esponente della destra conservatrice,  ha così dimostrato di poter unire la base del partito anche dove non ci sia una netta prevalenza di evangelici, come nel Maine. La sua è stata un’affermazione abbastanza forte e varia da provare che può diventare lui la vera sfida per Trump. Rubio, che dovrebbe impersonare l’ala più moderata favorita dall’establishment,  si è classificato terzo, per di più ben distanziato. E’ opinione di vari commentatori che il senatore dovrebbe ritirarsi ora, per evitare una sconfitta drammatica nel suo Stato, la Florida il 15 marzo, quando si terranno primarie di Stati cosiddetti “chi vince piglia tutto”. Scarborough ad esempio pensa che se Rubio restasse in gara e fosse poi sconfitto in Florida, sarebbe finito, non solo alle presidenziali ma anche nel futuro. Se si ritirasse adesso, invece, sembrerebbe “più leale”, e potrebbe continuare la sua carriera politica. Anche Trump ha insistito che Rubio si ritiri, ma ovviamente nel suo invito c’è un interesse diretto: senza il senatore, Trump vincerebbe facilmente la Florida, uno Stato di grande peso specifico che porta ben 99 delegati in dote.

Ma per ora gli occhi della nazione sono puntati a nord, per tutti e due i partiti, che tengono primarie martedì nel Michigan, lo “Stato dei Grandi Laghi”, patria di Detroit e dell’industria dell’automobile. Il Michigan è il solo Stato a votare martedì, ma è di grande peso per tutti e due i partiti. Il governatore del confinante Ohio, John Kasich, spera di vincervi e di provare che il vero campione ragionevole, moderato e popolare di queste elezioni è lui. Ma l’unico sondaggio, due giorni fa, che lo dava favorito, è stato smentito da una nuova rilevazione che invece vede Trump favorito.

Quanto ai democratici, i sondaggi danno Hillary in vantaggio con il 57 % contro il 40 di Sanders. Se i dati verrano rispettati, continuerebbe lo schema di voto che abbiamo visto finora: Sanders ha vinto solo in Stati poco popolati, nordici e a forte maggioranza bianca ( New Hampshire, Minnesota, Oklahoma, Vermont, Kansas, Nebraska) , mentre Clinton si afferma nettamente negli Stati più popolati, con popolazione varia e con una forte presenza delle minoranze (a parte l’Iowa, che è stata vinta di striscio, con una minima differenza di voti, Hillary si è presa: Nevada, South Carolina, Alabama, Arkansas, Colorado, Georgia, Massachusetts, Tennessee, Texas, Virginia, Louisiana).

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