Usa, Gina prima donna a capo della Cia: la dura che divide il Congresso

Usa, Gina prima donna a capo della Cia: la dura che divide il Congresso
di Anna Guaita
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Mercoledì 14 Marzo 2018, 08:29
NEW YORK È una Mata Hari pronta a tutto per difendere il proprio Paese, anche a ricorrere alla tortura. Gina Haspel, la 61enne scelta da Donald Trump per guidare la Cia al posto di Mike Pompeo, che passa a dirigere il Dipartimento di Stato, ha un passato di alta professionalità ma anche macchiato da alcune gravi ombre. Se confermata, Haspel sarebbe la prima donna posta a capo della Central Intelligence Agency, ma è prevedibile che le sue audizioni al Senato non saranno delle più cordiali.

Negli anni fra il 2002 e il 2005 la signora fu infatti il braccio destro di Jose Rodriguez, il capo del settore Clandestine Service della Cia, cioè il settore delle operazioni segrete all'estero. Fu proprio questo settore a gestire l'infame programma dei black sites, le prigioni all'estero, in cui venivano relegati i sospetti di terrorismo, e in cui si faceva ricorso a forme di interrogazione che il governo Usa allora definiva estreme ma legali, mentre altri Paesi le avevano apertamente bollato come vera e propria tortura.

IL WATERBOARDING
Si parla di waterboarding (costringere il prigioniero a ingollare acqua al punto di fargli credere che sta affogando), detenzione dentro casse da morto, nudità, temperature gelide, privazione del sonno attraverso illuminazione accecante e rumori continui e assordanti. Gina Haspel è entrata alla Cia nel 1985, ed è stata spesso assegnata a ruoli in copertura all'estero. Dunque una Mata Hari per davvero. Nessuno sapeva che era un'agente della Cia. E a sentire dirigenti della Agency, sia di Amministrazioni repubblicane che democratiche, nel suo lavoro in incognito è stata brillante e affidabile. Tuttavia, quella parentesi nel black site in Tailandia ha lasciato un segno.
Anche perché fu lei, su indicazione di Rodriguez, a distruggere le immagini video e fotografiche relative a quelle interrogazioni estreme, incluse quelle contro Abu Zubaida, il presunto terrorista di Al Qaida, che ci perse un occhio e oggi è detenuto a Guantanamo. Difatti nel 2013, quando la stessa Amministrazione Obama, nel tentativo di mettersi alle spalle la tragica parentesi degli abusi contro i prigionieri, propose il nome della Haspel proprio per guidare il settore clandestino che era stato di Rodriguez, la sua candidatura non fu approvata. Nel febbraio dell'anno scorso tuttavia, Haspel ha ricevuto il via libera del Senato per diventare vice direttrice della Cia.

LE CRITICHE
E una delle sue critiche più severe, la senatrice Diane Feinstein, californiana, ha detto di aver avuto modo di parlarle a lungo e di aver sviluppato fiducia nella sua professionalità. Tuttavia altri senatori sono già venuti allo scoperto per criticare l'idea che Gina Haspel ottenga la poltrona della Cia. Il fatto che durante la campagna elettorale Donald Trump abbia espresso parere positivo verso la tortura, e abbia anzi proposto di «andare ben oltre il waterboarding» allarma le organizzazioni per la difesa dei diritti civili.

Fra i senatori che intendono sottoporre Gina Haspel a un'audizione severa, c'è John McCain, che da giovane pilota fu catturato e torturato ai vietcong e si è sempre levato contro il ricorso alla tortura: «Mi aspetto che la signora Haspel spieghi la natura e la qualità del suo coinvolgimento nel programma di interrogazioni della Cia» ha detto il senatore dell'Arizona.
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