Usa, case farmaceutiche contro l'Arkansas: «No alle iniezioni letali con i nostri prodotti»

Usa, case farmaceutiche contro l'Arkansas: «No alle iniezioni letali con i nostri prodotti»
di Federica Macagnone
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Venerdì 14 Aprile 2017, 13:41 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 16:49
Due società farmaceutiche si sono rivolte a un giudice federale americano per impedire allo stato dell'Arkansas di usare i loro farmaci per l'esecuzione di sette detenuti nel braccio della morte.

Fresienus Kabi e West-Ward Pharmaceutical hanno presentato la documentazione in tribunale: una causa che potrebbe fermare un serrato programma di esecuzioni senza precedenti (7 in soli 11 giorni) che dovrebbe aver inizio lunedì notte con i primi due condannati. «L'uso dei farmaci in iniezioni letali è in contrasto con la nostra missione, che è quella di salvare e migliorare la vita dei pazienti - si legge nel ricorso in tribunale - L'uso durante un'esecuzione comporta rischi per la salute pubblica e danni per nostra reputazione».

Un'altra denuncia arriva dalla Pfizer: alcuni dei suoi farmaci che possono essere usati per le condanne a morte sono stati venduti alle autorità dell'Arkansas all'insaputa del colosso farmaceutico. A fornirli sarebbe stato uno dei distributori di Pfizer, McKesson, e anche in questo caso, la vendita è contraria alla politica dell'azienda. L'ultimo scorso l'Associated Press aveva individuato la Hospira, acquistata da Pfizer, come probabile produttrice del vecuronio bromuro, il terzo farmaco letale usato nell'Arkansas: secondo il protocollo dell'esecuzioni dello Stato, il midazolam viene usato per sedare il detenuto, il vecuronio bromuro per bloccargli la respirazione e infine il cloruro di potassio per arrestarne il battito cardiaco.
 
 


Adesso la decisione è nelle mani del giudice della Corte distrettuale, Kristine Baker, che dovrebbe pronunciarsi nelle prossime ore: dovrà decidere se accogliere o rigettare la richiesta da parte dei detenuti di fermare le esecuzioni. La scorso mese i funzionari delle prigioni dello Stato avevano annunciato di essere entrati in possesso di una nuova fornitura di cloruro di potassio, aprendo la strada alla calendarizzazione in base anche alla data di scadenza (fine aprile) del “sedativo della morte”, il midazolam: l’Arkansas intende effettuare due esecuzioni al giorno il 17, 20 e 24 aprile e una il 27. Decisione che aveva suscitato diverse polemiche e aveva fatto scattare la raffica di appelli alla Corte da parte dei prigionieri nel braccio della morte.

L'Arkansas ha eseguito l'ultima condanna a morte di un detenuto nel 2005 a causa della scarsità di farmaci e delle sfide legali che in questi anni sono riuscite a bloccare diverse esecuzioni. Se i 7 detenuti verranno uccisi nei prossimi giorni ci si troverà davanti a un evento senza precedenti nella storia moderna: sarebbe il primo caso di persone messe a morte in uno Stato in un lasso di tempo così breve. «Una serie di esecuzioni a distanza così ravvicinata non trova precedenti nella storia moderna degli Usa - ha dichiarato Erika Guevara Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International, chiedendo al governatore dello Stato, Asa Hutchinson, di commutare queste condanne a morte - Ad appena quattro mesi dal più basso numero di esecuzioni registrato negli Usa da un quarto di secolo a questa parte, l'Arkansas si prepara a invertire questa positiva tendenza con una vergognosa corsa contro il tempo per precedere la data di scadenza di un medicinale. Bisogna fermare queste esecuzioni, due delle quali riguardano prigionieri che hanno gravi forme di disabilità mentale e altre destano perplessità per quanto riguarda lo svolgimento dei processi».
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