Usa, agente uccide nero: non aveva alzato le mani

Usa, agente uccide nero: non aveva alzato le mani
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Sabato 17 Settembre 2016, 23:19 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 07:58
Ancora un nero ucciso da un poliziotto negli Stati Uniti. Continua in Usa la «guerra» tra neri e polizia,innescata nei mesi scorsi dall'uccisione brutale di due afroamericani, Alton Sterling a Baton Rouge e Philando Castile in Minnesota, con il seguito degli attentati agli agenti di Dallas e della stessa Baton Rouge. 

Prima di avvicinarsi a un Suv fermo in mezzo a una strada, un agente ha sparato e ucciso un afroamericano che avrebbe ignorato le ripetute richieste di alzare le mani: lo riferisce la polizia di Tulsa, Oklahoma. La vittima è Terrence Crutcher, 40 anni, morto all'ospedale dopo essere stato colpito da un agente. Un avvocato della famiglia ha chiesto che la polizia diffonda immediatamente qualsiasi video dell'episodio, mentre la sorella della vittima ha detto di non credere che il fratello fosse armato. La polizia ha sostenuto che due agenti stavano camminando verso il Suv quando Crutcher li ha avvicinati da un lato della strada: il primo ha usato una pistola taser (di quelle che stordiscono), il secondo una vera. Gli investigatori non hanno rivelato se la vittima era armata o se nella sua auto hanno trovato un'arma.

Sul fronte opposto c'è da registrare l'agguato alla polizia da parte di Nicholas Glenn, un nero di 25 anni con una lunga lista di arresti (16) e condanne (droga e stupro di gruppo). Da una lettera farneticante che ha lasciato emerge come movente l'odio per la polizia e in particolare per un investigatore, cosa non sorprendente forse per il suo passato criminale. Il suo blitz ha seminato il terrore a Filadelfia. Armato con una Ruger 9 mm, almeno tre caricatori e una borsa di plastica con 13-15 pallottole, dapprima si è avvicinato ad un'auto di pattuglia ferma sparando almeno otto colpi contro una poliziotta, Sylvia Young, 46 anni, rimasta ferita miracolosamente solo al braccio sinistro: a salvarla è stata il giubbotto antiproiettile. Poi l'uomo ha ferito un altro poliziotto alla University of Pennsylvania. Quindi si è diretto in un bar, ferendo una guardia di sicurezza e prendendo in ostaggio una donna, rimasta colpita ad una gamba. Infine ha sparato contro un'auto dove c'era una coppia: la donna, 25 anni, colpita da sette proiettili, è morta poco dopo in ospedale. Il sospetto in fuga ha ingaggiato una sparatoria con la polizia in un viale, ed è stato ucciso.

Si allunga ancora dunque la scia di sangue dei neri uccisi dalla polizia in America. Solo l'altro ieri a finire sotto i colpi degli agenti è stato un ragazzino di soli 13 anni di nome Tyree King, a Columbus, in Ohio, colpito a morte dalle forze dell'ordine intervenute dopo una chiamata per una rapina che vedeva coinvolte più persone. Il ragazzino aveva una pistola ad aria compressa. 

L'episodio di Columbus è arrivato a quasi due anni di distanza da quando un altro teenager afroamericano fu ucciso da un poliziotto in Ohio: si trattava del 12enne Tamir Rice, freddato il 22 novembre 2014 a Cleveland. Tamir giocava con una pistola giocattolo e l'agente, pensando si trattasse di un'arma vera, ha fatto fuoco. Lo scorso aprile la città ha accettato di pagare alla famiglia del ragazzino un risarcimento di sei milioni di dollari.

 


 
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