Usa, Obama gioca a basket come è ormai tradizione nel giorno del voto

Obama
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Martedì 8 Novembre 2016, 19:21 - Ultimo aggiornamento: 19:37

Scaramanzia o voglia di rilassarsi? Barack Obama ha mantenuto la tradizione: come già aveva fatto quando era candidato alle presidenziali nel 2008 e nel 2012, il presidente americano ha iniziato la giornata elettorale con una partita a basket. Obama è arrivato alle otto del mattino alla palestra della base militare di Fort McNair, vicino Washington, riferiscono i media americani. La Casa Bianca non ha reso noto chi sono stati i suoi compagni di partita.
 

 


Da domani ufficialmente "anatra zoppa", Barack Obama non ha rinunciato alla partita di basket con gli amici il giorno del voto: la sua tradizione elettorale. Dopo aver fatto campagna fino a tardi con Hillary Clinton, il capo della Casa Bianca è arrivato sul campo dell'Army's Fort McNair come ogni anno delle sue presidenziali. Per Obama è la fine di un'era: «Sai, mi mancherà questo aereo», ha detto il Commander in Chief a un ragazzino venuto a festeggiarlo all'aeroporto di Portsmouth in New Hampshire: «Ce l'ho ancora per pochi mesi». Anatra zoppa, «lame duck» nel gergo politico americano, è il presidente nel «trimestre bianco» tra Election Day e l'insediamento del successore il 20 gennaio, ma Obama è un'anatra che volerà alto anche dopo il voto. L'Air Force One lo porterà il 16 novembre a Berlino per il vertice (il 18) con Angela Merkel, Matteo Renzi, Francois Hollande e Theresa May: conflitti in Siria e Ucraina sul piatto, e poi crisi dei migranti e il TTIP, convitato di pietra il vincitore o la vincitrice dell'8 novembre. Poi di nuovo un viaggio a Lima, in Perù, per il vertice dell'Apec.

Altre sorprese potrebbero essere nel cappello. Oggi, non una sorpresa, l'appello al voto su Twitter: «Il progresso è sulla scheda». È la fine di un'era anche per l'America: cominciò nel 2004 quando al giovane neofita delle aule del Senato fu affidato il keynote speech della Convention Democratica e fin da allora infiammò la platea. In quello stesso anno Donald Trump inaugurò il «You are Fired!», sei licenziato, nella trasmissione The Apprentice che ne rilanciò il pubblico profilo, ma per Obama quella parola, "fired", ha sempre avuto un altro significato: «Fired Up, Ready to Go», ha ripetuto anche ieri il presidente nel tour della nostalgia, con le stesse canzoni di Bruce Springsteen e degli U2 che avevano fatto da colonna sonora alle cavalcate elettorali del 2008 e del 2012: «Non farò più campagna elettorale, almeno per un poco».

Agli americani mancherà Obama, la decenza della prima famiglia di colore ad occupare i piani alti della Casa Bianca.
Mentre Barack lavora per alzare "firewall" a difesa delle conquiste di civiltà che ha regalato al paese, i fan della moglie Michelle la vorrebbero sulle orme della Clinton. Lei per ora si limita a preparare il trasloco. Quanto agli Obama, resteranno a Washington almeno quanto basta a far finire il liceo alla figlia Sasha. Il 20 gennaio dormiranno per la prima volta in una delle nove camere da letto della villa di Kalorama che hanno affittato da Joe Lockhart, portavoce di Bill Clinton negli anni della Casa Bianca.

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