I dati sono in evoluzione di minuto in minuto e la perturbazione viene tenuta d'occhio costantemente. La portata e l'intensità dell'impatto andranno verificate in concreto nelle prossime ore, ma intanto l'immagine proiettata dai satelliti fa impressione, mentre Ophelia si avvicina, sfiorando l'arcipelago portoghese delle isole Azzorre, accompagnata da raffiche di vento, rinforzatesi nel pomeriggio domenicale da 113 a circa 145 chilometri orari.
Il contatto con l'Ulster è previsto lunedì sera, seguito a stretto giro dal probabile incontro con la terraferma anche in Inghilterra sudoccidentale e settentrionale, sulle coste del Galles e su parte della Scozia. In Gran Bretagna tuttavia lo stato d'allerta è al momento di color giallo, meno severo di quello arancione segnalato per diverse contee irlandesi, soprattutto settentrionali.
In Irlanda è stato convocato un comitato d'emergenza nazionale incaricato di assumere misure precauzionali. L'ora X è calcolata a partire dal primo pomeriggio, con una coda meno intensa estesa fino a martedì 17. Il meteorologo Alex Burkhill, citato dall'Evening Standard, non esclude che, al contatto con la terra, l'uragano possa «indebolirsi» e «ridursi a tempesta extratropicale».
L'allarme arancione significa possibili danni alle linee elettriche, interruzioni ai trasporti e alle reti di telefonia mobile, talora alberi sradicati o tetti scoperchiati, con il conseguente rischio di detriti proiettati qua e là.
Il fenomeno degli uragani in Europa è insolito, ma proprio le Isole britanniche 30 anni fa esatti furono colpiti dal Great Storm: una violenta perturbazione atlantica che toccò le coste di vari Paesi del vecchio continente causando la morte di 22 persone.
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