Parigi, l'Unione europea: «Stretta sui controlli alle frontiere anche per i cittadini Ue»

Parigi, l'Unione europea: «Stretta sui controlli alle frontiere anche per i cittadini Ue»
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Sabato 21 Novembre 2015, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 19:39

«Il Consiglio Ue ha concordato la stretta sui controlli sistematici e coordinati alle frontiere esterne dell'Europa anche per i cittadini Ue», lo ha detto la presidenza lussemburghese del consiglio Ue.

C'è accordo, quindi, tra i ministri dell'Interno Ue per chiedere alla Commissione di presentare una revisione mirata dell'articolo 7.2 del codice Schengen per rendere i controlli alle frontiere esterne sistematici anche per i cittadini Ue. Così fonti diplomatiche a margine dei lavori del consiglio Interni. La revisione introdurrà l'obbligatorietà, rispetto alla possibilità già comunque esistente, ma non pienamente attuata dagli Stati. Una discussione sul codice Schengen è prevista al consiglio Interni del 4 dicembre.

«La nostra reazione collettiva per la lotta al terrorismo deve essere implacabile.

L'Europa deve uscire dagli indugi e dalle lentezze o si perderà. Dobbiamo andare velocemente, l'Europa lo deve a tutte le vittime e le loro famiglie, ai suoi popoli e ai valori umanisti che hanno ispirato i loro padri fondatori», così il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve alla conferenza stampa al termine del consiglio Interni Ue.

«Non vogliamo reagire al terrore rinunciando all'impostazione di uno stato di diritto forte, incisivo e con la capacità di dare risposte in tempi utili - ha dichiarato il ministro della giustizia Andrea Orlando a margine dei lavori della riunione straordinaria dei ministri Ue sulla reazione agli attentati di Parigi - Prima ancora di cercare strumenti eccezionali» è opportuno «chiudere i vecchi dossier che ci consentono di utilizzare al meglio gli strumenti già disponibili».

«Purtroppo mentre discutiamo il terrore si manifesta nuovamente, c'è una drammatica circostanza che ci spinge ad agire più rapidamente», ha detto Orlando facendo riferimento alla presa d'ostaggi in corso in Mali. I dossier già aperti su cui proseguire, ha ricordato Orlando, sono il Pnr, la stretta sulla cooperazione giudiziaria, il rafforzamento di Europol e in prospettiva la costituzione di una Procura europea. «Speriamo che per una volta ci sia una capacità di risposta tempestiva» a livello Ue, ha aggiunto il ministro della giustizia, ricordando che l'Italia si è già mossa costruendo per esempio una procura nazionale per il terrorismo, rafforzando la cooperazione tra le autorità giudiziarie e consentendo i colloqui investigativi all'interno del carcere.

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