La Tomba dei Patriarchi, secondo luogo santo dell'ebraismo, è il sepolcro di Abramo, Isacco e Giacobbe. La Tomba è luogo di devozione anche per i musulmani che lo chiamano 'Santuario di Abramo' o 'Moschea di Abramo'. Israele - che ha sempre rivendicato le millenarie connessioni dell'ebraismo con la Tomba dei Patriarchi dove accorrono numerosi i fedeli ebrei - aveva chiesto il voto segreto sulla Risoluzione, ma questo non è stato attuato.
Il ministro palestinese della cultura Rula Maaya da definito «evento storico» la decisione del Comitato del Patrimonio dell'Unesco. «Un evento - ha aggiunto citata dalla Wafa - che conferma l'identità dei Patriarchi e che conferma che il campus appartiene al patrimonio e alla storia del popolo palestinese». Anche il governo di Ramallah ha elogiato la decisione dell'Unesco. Anche il ministro degli esteri palestinese, Riyad al-Maliki, ha lodato la scelta dell'Unesco. «Questo voto - ha detto, citato dai media - è un successo nella battaglia diplomatica che la Palestina sta combattendo su tutti i fronti».« Nonostante la campagna di odio da parte di Israele, la diffusione di bugie, la distorsione e la falsificazione dei fatti che riguardano i diritti palestinesi, il mondo - ha aggiunto - ha approvato il nostro diritto di registrare Hebron e la Moschea di Abramo sotto sovranità palestinese e come sito del patrimonio mondiale».
Una decisione «surreale», commenta il premier Benyamin Netanyahu. «Questa volta - ha detto - hanno deciso che la Tomba dei Patriarchi ad Hebron è un sito palestinese e non ebraico e che è in pericolo». «Non un sito ebraico? Chi è sepolto lì? Abramo, Isacco e Giacobbe, Sarah, Rebecca (rpt Rebecca) e Lea: i nostri padri e le nostre madri!». «Il sito è in pericolo? Solo quando Israele comanda, come ad Hebron - ha sottolineato - la libertà di religione è garantita per tutti».
«La decisione dell'Unesco su Hebron e la Tomba dei Patriarchi è una macchia morale. Questa irrilevante organizzazione promuove falsa storia. Vergogna!». Lo ha scritto su Twitter Emmanuel Nahshon, portavoce del ministero degli esteri di Israele, secondo cui «la gloriosa storia del popolo ebraico è cominciata ad Hebron. Nessuna bugia dell'Unesco e falsa storia può cambiarla. La verità è eterna».
Anche il ministro della difesa Avidgor Lieberman ha bollato su twitter il voto definendo l'Unesco «un'organizzazione politica, imbarazzante e antisemita».
Stessa condanna da parte del ministro dell'educazione Naftlai Bennett secondo cui «è sconfortante e vergognoso che l'Unesco neghi la storia e distorca la realtà, servendo coloro che cercano di cancellare lo stato ebraico». «Israele non riprenderà la sua collaborazione con l'Unesco - ha aggiunto - finché questa organizzazione resta uno strumento politico invece che professionale».
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