I separatisti dell'autoproclamata repubblica di Donetsk non intendono più cercare di trovare un compromesso con Kiev per un cessate il fuoco nel sud-est ucraino. Lo ha annunciato il leader Alexandr Zakharcenko.
«Da parte nostra non ci saranno più tentativi di parlare di tregua», ha detto Zakharcenko all'indomani della conquista dell'aeroporto di Donetsk da parte dei ribelli. Il "presidente" separatista ha quindi aggiunto che i suoi uomini intendono «andare avanti» nell'offensiva «fino ai confini della regione di Donetsk». Ma ha anche avvertito che se ci sarà «una minaccia anche da altre parti» sarà «liquidata». «Kiev - ha proseguito - adesso non si rende conto che siamo in grado di attaccare contemporaneamente su tre direzioni».
Zakharcenko, si dice pronto a proseguire solo con il presidente ucraino Petro Poroshenko le trattative per risolvere il conflitto nel Donbass.
Nelle ultime 24 ore nella regione di Donetsk sono stati uccisi 16 civili e altri 18 sono rimasti feriti, mentre tra le file dei miliziani separatisti si contano 24 morti e 30 feriti. Lo ha detto un rappresentante del ministero della Difesa dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, Eduard Basurin, citato dall'agenzia Interfax.
Putin accusa Kiev: «Lanciata grande operazione militare». Aprendo una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, Putin ha accusato Kiev non solo di non aver fornito una risposta chiara alla proposta russa, ma di aver «dato un ordine ufficiale di cominciare un'azione militare su larga scala virtualmente sull'intero perimetro della linea di contatto».
«La responsabilità per l'aggravamento del conflitto nell'est ucraino e per la morte dei civili ricade su coloro che danno gli ordini criminali di usare l'artiglieria e l'aviazione indiscriminatamente su zone densamente abitate», ha aggiunto il presidente russo.