Ucraina, sotto accusa i servizi segreti americani «Colti di sorpresa dalla mossa di Mosca»

di Anna Guaita
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Giovedì 6 Marzo 2014, 09:03
NEW YORK - La colpa del terrorismo. Se l'intelligence americana ha fatto un buco nell'acqua nel prevedere le mosse di Vladimir Putin riguardo l'Ucraina, si deve al fatto che la grande maggioranza dello spionaggio Usa da 13 anni è diretto a prevenire attacchi terroristici. La Russia è considerata «passé», un campo di specializzazione «da anziani». La conseguenza di ciò è che pochi negli Usa capiscono davvero Putin, e sanno prevederne le mosse. La denuncia viene sull'onda delle proteste che la Commissione Servizi Segreti della Camera ha mosso dopo aver ricevuto, solo la scorsa settimana, un corposo studio delle varie agenzie di intelligence in cui si sosteneva che l'ammassare di truppe russe ai confini con l'Ucraina era un bluff, e che Putin non avrebbe invaso. Certo, non c'è stata un'invasione alla maniera dei carri armati sovietici che entrano nell'Ungheria ribelle nel 1956, ma che i soldati russi siano penetrati in Crimea nessuno più lo mette in discussione. E i politici americani vogliono sapere come mai la comunità dell'intelligence sia stata colta di sorpresa. Il rapporto in questione è quello dell'Office of the Director of National Intelligence, l'ente centralizzato, creato nel 2005, che dovrebbe sintetizzare il lavoro delle 16 diverse agenzie di intelligence Usa. Le critiche contro il rapporto sono arrivate da tutti e due i partiti. La senatrice democratica Diane Feinstein, californiana, ha protestato: «Non deve succedere che la Russia entra in Crimea e ne prende controllo, e noi lo scopriamo a cose fatte». Il deputato repubblicano Mike Rogers le ha fatto eco: «I passi russi sono arrivati come una sorpresa, mi sembra giusto avviare una revisione».



IN DISACCORDO

Nessuno arriva a sostenere che si sia trattato di un vero e proprio «fallimento», come Rogers precisa, tuttavia ci si chiede se non ci sia stato disaccordo fra le varie agenzie, e questo disaccordo non si sia perso per strada nella compilazione del rapporto riassuntivo. La Cia ha preso le distanze, e ha fatto sapere che nel suo rapporto «era stato espresso allarme davanti ai vari scenari di un intervento russo in Ucraina». Colti di sorpresa o no, la verità è che davanti alla Russia, di errori ne sono stati compiuti tanti e spesso. Gli esperti di intelligence Usa amano difendersi citando Winston Churchil, che disse: «La Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro un enigma». L'ultimo errore di valutazione è stato nel 2008. L'ex consigliere per la Sicurezza Nazionale incaricato dell’Europa, Damon Wilson, ammette con onestà che la Casa Bianca di George Bush fu «colta di sorpresa» quando Putin invase la Georgia: «I nostri esperti presero una buca - riconosce - perché abbiamo dirottato tutte le nostre risorse più sofisticate a studiare il terrorismo: Europa e Caucaso li abbiamo archiviati».