Ucraina, uccisi due attivista pro-Kiev a Donetsk. Kerry: lunedì misure forti da Ue e Usa

John Kerry
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Giovedì 13 Marzo 2014, 16:46 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 12:52

Se il referendum sulla Crimea andr avanti gi luned saranno intrapresi passi seri contro la Russia da parte di Stati Uniti e Europa. Lo ha detto il segretario di Stato americano, John Kerry, parlando in Congresso. Ancora alta tensione in Ucraina, dove due sostenitori dell'unità dell'Ucraina sono stati uccisi da manifestanti filo-russi nel corso di scontri a Donetsk, nell'est russofono del paese. «Secondo le prime conclusioni dei medici uno di loro è stato pugnalato», ha spiegato la fonte ministeriale. Un migliaio di sostenitori del governo di Kiev manifestavano a Donetsk, quando sono stati aggrediti dai filo-russi.

Telefonata Kerry-Lavrov. Kerry ha chiamato oggi il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, per discutere alcune proposte «per normalizzare la situazione e raggiungere la pace» in Ucraina, riportano alcuni media Usa. La telefonata si è svolta alla vigilia dell'incontro che Kerry e Lavrov avranno domani a Londra.

Il referendum. Si voterà dalle 8 alle 20, domenica, per il referendum in Crimea sull'adesione alla Federazione russa. Lo ha annunciato il comitato elettorale della Repubblica, che ha proclamato la sua indipendenza due giorni fa. I risultati «arriveranno presto, forse già lunedì 17 o martedì 18», ha annunciato il comitato in una conferenza stampa, stamani a Simferopoli.

Niente osservatori. In Crimea «non c'è alcuna missione ufficiale di osservatori internazionali», hanno riferito fonti qualificate all'Ansa. Itar-Tass scrive che sono stati invitati «cittadini di 7 Paesi», tra cui Israele, definiti «compatrioti». «Ci vuole tempo per organizzare una missione di monitoraggio di una consultazione», sottolineano le fonti. Itar-Tass, dal canto suo, afferma che i cittadini stranieri arriveranno domani da Francia, Belgio, Polonia, Estonia, Lettonia e Israele: l'agenzia di Stato russa non menziona l'Italia. Il Comitato elettorale, in una conferenza stampa, stamani a Simferopoli aveva annunciato la presenza di osservatori internazionali, provenienti «anche dall'Italia». Il gruppo «ripartirà il 18», scrive Itar-Tass.

La conference call. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini ha preso parte questo pomeriggio a una conference call sulla crisi Ucraina insieme con il segretario dell'Onu Ban Ki-Moon, il segretario di Stato americano John Kerry, l'Alto Rappresentante per la politica estera Ue Catherine Ashton, il ministro degli Esteri britannico William Hague, il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu e il ministro degli Esteri canadese John Baird. Nel corso del colloquio «si è convenuto di compiere tutti gli sforzi utili a far sì che il canale di dialogo aperto, già con la conferenza di Roma, porti a un risultato», ha dichiarato Mogherini. «Se questo non dovesse accadere, e anche alla luce del referendum di domenica in Crimea, lunedì al consiglio Affari esteri di Bruxelles discuteremo a livello europeo le inevitabili reazioni».

Mosca: non vogliamo una guerra. «La Russia non vuole una guerra, e nemmeno i russi», ha detto l'ambasciatore Vitaly Churkin, delegato di Mosca alle Nazioni Unite, nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina, rispondendo direttamente al premier ucraino. Churkin ha precisato che la Russia non vuole «alcun ulteriore inasprimento della crisi Ucraina». «Kiev sta dividendo il suo Paese in due parti», ha aggiunto l'ambasciatore, ribadendo che il voto in Crimea rappresenta il suo «diritto all'autodeterminazione».

Truppe russe in Crimea. Un deputato russo, Leonid Slutski, capo commissione della Duma per i rapporti con i Paesi membri della Csi e per l'integrazione euroasiatica, ha ammesso oggi implicitamente la presenza di forze militari russe in Crimea, negata finora dal Cremlino, pur sottolineando che non si tratta per ora di una operazione militare su larga scala.

Sanzioni Ue. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha intimato alla Russia di non intraprendere alcuna azione che possa mettere in pericolo la vita o la salute dei civili presenti in Ucraina. La Corte ha accettato il ricorso d'urgenza presentato da Kiev contro Mosca. Pieno sostegno del Parlamento Ue alle sanzioni contro la Russia se non si ritira «immediatamente» dalla Crimea. E quindi sì a congelamento dei beni, divieto di viaggio, embargo armi e tecnologie 'dual-use', ma anche stretta applicazione delle norme anti-riclaggio e giro di vite sulle società energetiche russe. La plenaria ha approvato la risoluzione bi-partisan che «condanna fermamente» l'«aggressione» russa e «l'invasione della Crimea» definendo «del tutto infondate» le giustificazioni di Mosca. Il testo è firmato dai popolari del Ppe, i socialisti dello S&D, i liberal-democratici dell'Alde, dai Verdi e dai conservatori dell'Ecr.

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