Ucraina, i leader mercoledì a Minsk per discutere il piano di pace. Putin frena: «Solo se c'è intesa»

Ucraina, i leader mercoledì a Minsk per discutere il piano di pace. Putin frena: «Solo se c'è intesa»
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Domenica 8 Febbraio 2015, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 16:44

Un'«esaustiva» conference call si è tenuta tra Angela Merkel, Francois Hollande, Petro Poroshenko e Vladimir Putin per tirare le somme dei negoziati dei giorni scorsi sul nuovo piano di pace per il Donbass, frutto di una controproposta franco-tedesca ad una proposta del Cremlino.

I leader hanno proposto di incontrarsi mercoledì a Minsk, capitale della Bielorussia.

L'incontro però, ha sottolineato il leader del Cremlino Putin da Sochi, ci sarà solo «se entro quel giorno si riuscirà a concordare su certe posizioni».

«Vorrei informarvi che ho appena finito di parlare con le controparti di Kiev, Berlino e Parigi nel cosiddetto formato Normandia», ha detto Putin incontrando a Sochi il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko. «Abbiamo concordato che proveremo ad organizzare un incontro in tale formato tra leader di Stato e di governo a Minsk, abbiamo deciso per mercoledì, se entro quella data riusciremo a concordare su certe posizioni, che ultimamente sono state discusse intensamente», ha aggiunto.

Sul sito della presidenza ucraina si legge che alla conference call sono stati fatti «progressi»: nella nota si spiega che i quattro leader si aspettano che i loro colloqui a Minsk portino ad un «rapido e incondizionato cessate il fuoco».

L'eventuale intesa dovrebbe essere suggellata da un documento comune che rilancia gli accordi di Minsk dello scorso settembre con alcune possibili modifiche, come la definizione della linea del fronte e la distanza di arretramento delle armi pesanti.

Ieri a Monaco Hollande ha ammonito che in caso di fallimento l'unico scenario è la guerra.

La Merkel ha definito utile l'iniziativa ma non si è detta certa della sua riuscita. Dal canto suo il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, ha assicurato che Mosca è pronta ad agire come garante di un eventuale accordo. Gli Usa, intanto, continuano a tenere aperta l'opzione di fornire armi letali difensive a Kiev, alla quale è contraria gran parte dei Paesi Ue, Germania in testa.

Mogherini: «Nessuna alternativa a diplomazia». L'alto rappresentante per gli affari internazionale dell'Ue Federica Mogherini, intervistata dall'Ansa e dal Tg1, ha sottolineato che «Non era scontato l'esito della conference call di stamani in formato Normandia. Quella di mercoledì a Minsk è un'ottima chance».

La Mogherini, intervenuta alla conferenza di Sicurezza di Monaco, ha detto che «Non esiste alternativa alla soluzione diplomatica» in Ucraina.

«Non accetteremo compromessi sulle regole internazionali e sui principi», ha continuato Mogherini, sottolineando che nei rapporti con la Russia l'Ue si è sempre relazionata in termini di «partnership, prosperità e sicurezza». Il progetto europeo non è «mai stato contro qualcuno».

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervistato a "In mezz'ora" su Raitre, ha detto che «Non ci dobbiamo assolutamente rassegnare all'idea che la strada del dialogo sia finita. Ma se non otteniamo risultati sarà inevitabile un ulteriore rafforzamento delle sanzioni, che pure l'Italia non vuole. L'unica strada per la soluzione» del conflitto in Ucraina orientale è quella del «negoziato», ma la «Russia ci deve venire incontro».

Lavrov a Kerry: «Armi a Kiev? Conseguenze imprevedibili». Il piano, discusso a Washington, di fornire armi a Kiev potrebbe avere conseguenze imprevedibili e minare gli sforzi per una soluzione politica alla crisi ucraina: lo ha detto il capo della diplomazia russa, Serghiei Lavrov, incontrando ieri a Monaco il segretario di stato Usa John Kerry, si legge sul Facebook del ministero degli esteri russo.

«Vi assicuro che non ci sono divisioni, noi siamo uniti, siamo uniti nella diplomazia e lavoriamo insieme, tutti d'accordo sul fatto che non possa esserci una soluzione militare», ha risposto Kerry.

Camion di aiuti umanitari russi nel Donbass. Mosca ha inviato oggi l'ennesimo convoglio di aiuti umanitari alle popolazioni del Donbass, dilaniato dalla guerra tra Kiev e i separatisti filorussi. Si tratta di 170 camion con oltre 1800 tonnellate tra cibo, medicinali, materiali da costruzioni ed altri generi di prima necessità. Una settantina di mezzi sono già arrivati a Lugansk, che con Donetsk è una delle roccaforti dei ribelli.

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