Ucraina, nuova colonna di aiuti russi. Il governo: «Putin vuole conquistare tutto il Paese»

(​AP Photo/Efrem Lukatsky)
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Sabato 13 Settembre 2014, 10:40 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 11:55

​La colonna di aiuti russi giunta oggi a Lugansk, nell'Ucraina orientale, composta, secondo Russia Today, da 200 camion che trasportano 2.000 tonnellate di prodotti alimentari, medicinali, generatori di corrente e macchinari per la purificazione dell'acqua.

Il convoglio ha concluso l'operazione di passaggio della frontiera da Izvarino attorno alle ore 8 di Mosca (le 6 in Italia). La Croce rossa non sta accompagnando la colonna perchè «non ha ricevuto una notifica ufficiale dell'accordo tra Russia e Ucraina».

L'obiettivo del leader del Cremlino Vladimir Putin è quello di «prendere l'intera Ucraina». Lo ha dichiarato il premier ucraino Arseni Iatseniuk, citato dall'agenzia Unian. Secondo il capo del governo di Kiev, nonostante la tregua in atto dal 5 settembre tra le truppe ucraine e i miliziani filorussi, il Cremlino ha interesse a continuare a destabilizzare la situazione in Ucraina orientale.

I servizi segreti di Kiev (Sbu) hanno perquisito la sede di un giornale considerato filorusso e hanno vietato l'ingresso in Ucraina a 35 reporter russi provocando la reazione del Comitato per la protezione dei giornalisti e dell'Osce che hanno chiesto a Kiev il rispetto del ruolo e della libertà dei media. L'altro ieri degli agenti dell'Sbu hanno fatto irruzione nella sede del quotidiano Vesti e hanno sequestrato dei server della redazione in un'inchiesta «per attentato all'integrità territoriale dell'Ucraina».

Secondo Igor Guzhva, proprietario della holding di cui fa parte il giornale, la perquisizione arriva dopo la pubblicazione di un articolo su un appartamento a New York della figlia del comandante dei servizi segreti Valentin Nalivaicenko. Il presidente del Consiglio nazionale ucraino per le trasmissioni radiotelevisive Iuri Artemenko ha inoltre fatto sapere che a 35 giornalisti russi è stato vietato l'ingresso in Ucraina per un periodo da tre a cinque anni.

«Le questioni riguardanti la sicurezza nazionale - ha dichiarato la responsabile media dell'Osce, Dunja Mijatovic - non dovrebbero giustificare restrizioni sproporzionate alla libertà di espressione e alla libertà dei media».

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