Turchia, la priorità degli Usa: impedire l'intesa Ankara-Mosca-Teheran

Turchia, la priorità degli Usa: impedire l'intesa Ankara-Mosca-Teheran
di Alessandro Orsini
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Giovedì 21 Luglio 2016, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 14:45

La base Nato che si trova ad Incirlik, nel sud della Turchia, ospita cinquanta bombe all'idrogeno B61, ognuna delle quali è capace di generare una forza esplosiva cento volte più grande della bomba atomica che, il 6 agosto 1945, provocò 135mila morti a Hiroshima. Nonostante ciò, il segretario di Stato americano, John Kerry, ha lasciato intendere che la permanenza della Turchia nella Nato potrebbe essere a rischio, se la reazione di Erdogan travolgerà i principi democratici. Se la Turchia uscisse dalla Nato, con quali paesi cercherebbe di stringere un'alleanza politico-militare? La risposta è Russia e Iran.

L'ALLEANZA INEVITABILE L'avvicinamento della Turchia alla Russia sarebbe scontato. Entrambi i paesi avrebbero un interesse enorme ad allearsi. La Turchia, alleata degli americani, è sempre stata una spina nel fianco della Russia, che ha un bisogno vitale di poter navigare attraverso gli stretti controllati da Erdogan. Nello stesso tempo, la Russia è un partner primario dell'economia turca ed è anche la più grande potenza militare dopo gli Stati Uniti. Quanto ai rapporti tra l'Iran e la Turchia, anche se sono su fronti contrapposti in Siria, con l'Iran che sostiene Bassar al Assad e Erdogan che cerca di abbatterlo, i due paesi hanno mantenuto buoni rapporti commerciali e politici durante il periodo delle sanzioni economiche contro il programma nucleare iraniano. Ankara ha dovuto ridurre il volume degli affari con Teheran, che però si è mantenuto a un livello relativamente alto.

IL RAPPORTO CON TEHERAN La solidarietà di Erdogan è stata apprezzata, al punto che, il 4 giugno 2016, il colosso turco Unit International, guidato da Unal Aysal, ha annunciato la firma di un accordo con il ministero dell'energia dell'Iran per la costruzione di sette centrali, in sette regioni differenti della repubblica iraniana. Gli impianti, la cui costruzione inizierà nel gennaio 2017, sprigioneranno 6,020 megawatts, che copriranno il 10% del fabbisogno energetico degli iraniani. L'affare ammonta a 4,2 miliardi di dollari ed è il più grande investimento economico in Iran, dopo gli accordi per il ritiro delle sanzioni economiche. L'intesa politica tra l'Iran e la Turchia si è conservata anche perché entrambi appoggiano Hamas, che sosterranno, nel caso di un attacco israeliano contro Gaza. Si aggiunga che i rapporti tra Russia e Iran sono eccellenti. Un'alleanza politico-militare tra Turchia, Russia e Iran, sarebbe uno dei più grandi tracolli della politica estera americana, per due ragioni principali. La prima è che gli Stati Uniti hanno abbattuto il governo di Saddam Hussein per sottrarre un pezzo di Medio Oriente alla Russia, di cui il sunnita Saddam Hussein era un importante alleato. Il problema è che gli iracheni hanno poi eletto un governo sciita, che ha stabilito ottimi rapporti con l'Iran sciita, al punto che Hillary Clinton, in un'intervista televisiva con Bill O'Reilly, disse che l'Iran era stato il paese che, più di ogni altro, aveva beneficiato della caduta di Saddam Hussein. Non vi è stato niente di intenzionale in tutto ciò, ma l'eventuale espulsione della Turchia dalla Nato lo sarebbe, e le sue conseguenze sono facilmente prevedibili. Il nuovo blocco mediorientale sarebbe non soltanto politico e militare, ma anche geografico, visto che Turchia, Iran e Iraq confinano tra loro. Non sarebbe, necessariamente, un blocco anti-americano, ma sarebbe, certamente, un blocco filo-russo.

LA RASSICURAZIONE DI KIRBY Ecco perché, poche ore fa, il portavoce del Dipartimento di Stato americano, John Kirby, ha dichiarato che, al momento, non esiste alcun pericolo che la Turchia venga espulsa dalla Nato.

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