Turchia, cinque colpi di Stato in cento anni: mai si è arrivati alla dittatura

Turchia, cinque colpi di Stato in cento anni: mai si è arrivati alla dittatura
di Stefano Dascoli
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Venerdì 15 Luglio 2016, 23:36 - Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 00:36
Con l'ultimo, sono cinque i colpi di Stato nella storia della Turchia. Nessuno dei quali ha portato mai a una dittatura, piuttosto al "ripristino" di sistemi democratici. ll governo liberale al potere dal luglio 1912 fu rovesciato nel gennaio 1913 da un colpo di Enver Pascià, e gli elementi più autoritari del movimento dei Giovani Turchi acquistarono il pieno controllo. 
 
 


Il 27 maggio 1960 il generale Cemal Gürsel fece un colpo di Stato rimuovendo Celal Bayar e il primo ministro Menderes, che fu giustiziato poco dopo. Il sistema ritornò sotto il controllo civile solo nell'ottobre 1961.

Il 12 marzo 1971, i capi delle forze armate, guidati dal generale Faruk Gürler, presentarono un memorandum al Presidente Sunay in cui si esigeva l'installazione di un "governo forte e credibile". Il leader dell'esercito mise in guardia i funzionari civili che le forze armate sarebbero state obbligate nuovamente ad assumere l'amministrazione dello Stato se il governo non avesse messo in atto le riforme economiche e sociali (compresa la riforma agraria) per frenare la violenza. Demirel si dimise il giorno stesso. Un fatto che passò alla storia come il "colpo di stato del memorandum".  Una sessione della Grande Assemblea Nazionale fu convocata nel marzo 1973 per eleggere un successore al Presidente Sunay.

L'11 settembre 1979, il generale Kenan Evren ordinò al generale Haydar Saltık di valutare la possibilità di realizzare un colpo di Stato "costituzionale" o di dare un serio "avvertimento" al governo in carica. L'operazione fu pianificata nell'arco di sei mesi. Evren nascose la relazione e il piano operativo in un luogo sicuro. 
Attuato poi nel settembre 1980, il controllo del governo fu posto nelle mani del generale Kenan Evren e del suo Consiglio di Sicurezza Nazionale, che subito iniziarono a cercare di normalizzare il paese con la dissoluzione di tutti i partiti e la promozione di nuovi attori politici. Il sistema politico fu demolito. Venne elaborata una nuova Costituzione che dava più potere al Presidente rispetto all'Assemblea, e il Senato fu abolito, mentre il generale Kenan venne eletto Presidente per un mandato di sette anni.

Nel 1997 i militari criticarono il supporto del Governo a politiche religiose settarie e mandarono un memorandum al primo ministro Necmettin Erbakan intimandogli di rassegnare le dimissioni: una sorta di colpo di stato soft.
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