Londra, nuovo attentato jihadista: 7 morti, 36 feriti

Londra, nuovo attentato jihadista: 7 morti, 36 feriti
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Domenica 4 Giugno 2017, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 08:11

Terrore nel centro di Londra nel nome di «Allah» e sangue sulle elezioni in Gran Bretagna, a soli 4 giorni dal voto dell'8 giugno. Un duplice attacco è stato condotto nella notte nel cuore della capitale del Regno: dapprima, verso le 23 (ora italiana) su London Bridge dove un pulmino ha investito diversi pedoni, almeno sei. Da esso sono poi usciti tre aggressori che hanno accoltellato altri passanti. I tre sono poi fuggiti a sud nella vicina zona di Borough Market, dove lo stesso commando ha continuato la sua azione di morte prima di cadere sotto i colpi della polizia che poco dopo la mezzanotte ha definito esplicitamente "terroristico" l'attacco, come ha sottolineato poco dopo la stessa premier May. L'agenzia Amaq, organo di comunicazione dell'Isis, ha rivendicato l'attacco di ieri notte a Londra, specificando che è stato opera dei combattenti del Califfato, «secondo le sue fonti». Lo ha reso noto Rita Katz, direttrice del Site, su Twitter.

Il bilancio al momento è di sette morti 36 feriti ancora in ospedale, di cui 21 sono gravi. Tra le vittime ci sono un canadese e un francese. Oltre ai tre terroristi. Alcune delle vittime non sono state ancora identificate perchè straniere. Sono stati sparati 50 colpi per «neutralizzare» i tre terroristi, ha spiegato il capo dell'anti-terrorismo di Scotland Yard, Mark Rowley. «L'attacco - ha precisato - è stato condotto da tre assalitori, ora stiamo cercando di capire se vi siano fiancheggiatori. Dobbiamo finire il lavoro prima di rivelare l'identità delle persone coinvolte». In giornata, oltre a 12 arresti e perquisizioni in casa di uno dei presunti terroristi, la polizia ha fatto un blitz nel quartiere di East Ham. 

La sequenza si è consumata in pochi minuti (ne sono passati 8 fra la prima telefonata di allarme e la sparatoria finale), a neppure due settimane di distanza dell'atroce attentato suicida commesso alla Manchester Arena il 22 maggio: dove Salman Abedi, giovane britannico figlio di ex rifugiati politici libici anti-Gheddafi, si era fatto esplodere fra la folla che usciva dal concerto di Ariana Grande - fra cui molti giovanissimi - causando 22 morti e circa 120 feriti. Ma il paragone più evidente è quello con un altro episodio avvenuto a Londra qualche mese fa, nella zona di un secondo ponte cittadino celebre, Westminster Bridge, quando un uomo, Khalid Masood, si lanciò alla guida di un Suv su un gruppo di pedoni, uccidendone 5, per poi scendere dalla vettura e accoltellare a morte un poliziotto all'ingresso dell'adiacente palazzo del parlamento prima d'esser ucciso a sua volta da un agente armato.

Se in quel caso l'attacco si era svolto in pieno giorno, questa volta è avvenuto tuttavia al calar del buio, in una zona straboccante di passanti e turisti in giro di sabato sera. A London Bridge numerosi testimoni hanno visto il van, un veicolo bianco noleggiato dalla Hertz, piombare ad alta velocità, attorno agli 80 chilometri all'ora, su un marciapiede e falciare una mezza dozzina di persone. Finchè dal mezzo sono saltati fuori tre ossessi, tutti uomini e armati con coltelli da cucina dalle lunghe lame (30 centimetri, stando ad alcuni racconti), e si sono scagliati a tirare fendenti gridando: «Questo è per Allah».
 

 


Il panico è dilagato e l'intervento della polizia, seppure rapido, si è svolto in un clima di enorme concitazione. «Run, hide and tell» (Scappate, nascondetevi e riferite), ha twittato a un certo punto Scotland Yard rivolgendosi a chi si trovava nell'epicentro del caos. Mentre la sensazione riferita dalla Bbc è che l'intelligence fosse stata colta di nuovo di sorpresa. Il terzetto intanto riusciva a proseguire fino alla zona dei bar e dei ristoranti di Borough Market, dove vi sono stati altri accoltellamenti, l'attacco a un poliziotto (quattro in tutto gli agenti feriti) e lo scontro a fuoco finale: suggellato dallo scatto d'un giovane fotografo italiano, Gabriele Sciotto, con l'immagine di due dei terroristi distesi sull'asfalto ormai senza vita, uno dei quali con indosso una simil-cintura esplosiva.

Un uomo che si è trovato sulla linea del fuoco tra gli agenti ed i terroristi è stato ferito alla testa dai colpi sparati dalla polizia, ha riferito il numero due della polizia metropolitana, Mark Rowley, mentre il dottor Malik Ramadhan, del Royal London Hospital, ha rassicurato sulle sue condizioni. «Abbiamo una persona con una ferita d'arma da fuoco alla testa - ha detto al Guardian - C'è un paziente in questo ospedale che è stato colpito alla testa, ma assolutamente non sta morendo, la nostra aspettativa è che si riprenderà pienamente». Le dichiarazioni del medico smentiscono quanto riportato da alcuni media, secondo cui l'uomo sarebbe morto.

Theresa May, immediatamente informata, ha interrotto la sua campagna elettorale in veste di leader del Partito Conservatore (al pari del rivale laburista Jeremy Corbyn) e ha riconvocato a Downing Street il comitato di emergenza Cobra: che dopo Manchester aveva elevato l'allerta terrorismo al livello massimo (critico), quello che presuppone nuovi attacchi imminenti, salvo riportarlo poi al livello grave. May ha definito quanto accaduto stanotte «terribile», Corbyn «brutale e scioccante». Mentre Donald Trump, in una telefonata con la premier, ha condannato l'eccidio e offerto aiuto all'alleato britannico. Ma é anche tornato a evocare il divieto dei laptop sui voli. Nessuna rivendicazione finora, ma sostenitori dell'Isis, in pieno Ramadan, hanno affidato come di consueto la loro esultanza ai social media.

Il giorno prima dell'attentato al London Bridge, le autorità comunali della capitale britannica avevano detto esplicitamente di non trovare necessario mettere dei blocchi di cemento a protezione del trafficato ponte. Lo rivela il Sun spiegando di aver rivolto una domanda precisa su questo tema qualche giorno fa dopo aver constatato che il marciapiede del London Bridge è molto ampio e basso. Venerdì, a 24 ore dall'attacco, la risposta di Jennifer Ogunleye, portavoce della City of London Corporation, era stata: «Al momento non abbiamo in programma di mettere barriere o blocchi di cemento sul London Bridge».

 

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