Charlie Hebdo, bufera per la vignetta sul terremoto in Italia

Charlie Hebdo, bufera per la vignetta sul terremoto in Italia
di Francesca Pierantozzi
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Sabato 3 Settembre 2016, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 22:21


PARIGI Non si ferma davanti a niente Charlie Hebdo, lo sappiamo. Sono stati massacrati dai fratelli Kouachi, per continuare a farlo. E lo fanno. E questa volta non è Maometto, ma sono i terremotati italiani. Il disegno è restato per due giorni inosservato, in alto a destra dell’ultima pagina del numero in edicola da mercoledì. Sotto la scritta “Seisme à l’Italienne”, terremoto all’italiana, la caricatura di due vittime ricoperte di sangue e ferite, ““penne al pomodoro” e “penne al gratin”, e poi strati di detriti da cui si intravvedono i cadaveri: “lasagne”. Sotto la firma: Félix.

UN PUTIFERIO
Quando ieri mattina il disegno ha cominciato a girare, prima su twitter, poi su Facebook, poi dovunque, siti, ministeri, ad Amatrice, mentre si scava ancora, si è scatenato il putiferio. E anche l’orrore, il disgusto: prima gli italiani, seguiti dai francesi. Ridere di tutto, va bene. L’irriverenza, la blasfemia che non deve fermarsi davanti a nessuna religione, va bene. Ma qui: una strage di innocenti, vittime di una catastrofe naturale. “Je suis Charlie”, il grido di dolore che si era alzato in mezzo mondo la mattina del 7 gennaio 2015, davanti a una redazione sterminata perché non voleva censure, si è trasformato in un coro di insulti, di minacce anche. Ma la redazione, questa volta, non era preparata. Quando hanno visto il muro di Facebook riempirsi di “vergogna!”, “Honte!”, non hanno nemmeno pensato a chiamare subito Felix, che abita a nord di Parigi, ma a cercare di capire perché un disegno che voleva «denunciare i responsabili della catastrofe», un disegno che alla riunione di redazione di lunedì era sembrato naturale, non aveva sollevato nemmeno mezza discussione, adesso ha sollevato il finimondo. Al terremoto, d’altra parte, è dedicata anche uno dei mini commenti all’attualità che chiude il giornale. Un commento che suona così: «Quasi trecento morti in un terremoto in Italia. Ancora non è noto se il sisma ha gridato “Allah Akbar” prima di tremare».
 
I MEDIA FRANCESI
Pensando alla tragedia vissuta dal giornale, viene da pensare che è un maldestro tentativo di esprimere solidarietà. Ma anche qui: pochissimi, forse nessuno ha riso. Anzi, dall’Italia sono piovuti: non siamo Charlie, per niente, mai più. Giornali e telegiornali francesi hanno ripreso lo scontro, senza schierarsi troppo, ma limitandosi a ricordare come il loro giornale più discusso (e più colpito) spesso si fa notare anche all’estero, portando il proprio Paese sull’orlo di crisi diplomatiche. Come nel caso dell’esplosione dell’Airbus russo sul deserto del Sinai il 31 ottobre del 2015 che provocò la morte delle 224 persone a bordo. Charlie tirò fuori all’epoca un paio di disegni, di cui uno mostrava uno jihadista che si riparava dalle lamiere dell’aereo che piovevano dal cielo sopra la scritta: “Isis, l’aviazione russa intensifica i bombardamenti”. La cosa aveva provocato addirittura la reazione del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov che aveva definito «inaccettabile» la caricatura. Peskov aveva comunque precisato che non avrebbe chiesto spiegazioni “al governo francese”, pur denunciando «un’insopportabile russofobia nei media occidentali».

L’AMBASCIATA A ROMA
Ieri, dopo lo scoppio d’ira e di sdegno del sindaco di Amatrice, dopo l’ondata di critiche che cominciavano a straripare dal giornale al Paese, l’Ambasciata di Francia a Roma ha deciso di esprimersi: «il disegno pubblicato da Charlie Hebdo non rappresenta assolutamente la posizione della Francia», si legge in una nota, che così prosegue: «Il sisma che ha colpito il centro Italia è una tragedia immensa. La Francia ha porto le sue più sentite condoglianze alle autorità e al popolo italiano e ha proposto il suo aiuto…Siamo vicini all’Italia in questa terribile prova. Trattandosi di caricature della stampa, le opinioni espresse dai giornalisti sono libere». Il giornale, a modo suo, ha cercato di rimediare, con un disegno dell’illustratrice Coco pubblicato nel tardo pomeriggio su Facebook e tradotto dal francese: “Italiani, non è Charlie Hebdo a costruire le vostre case, è la mafia!”. Ma ormai il male è fatto, e il rimedio è suonato anche peggio. D’altra parte, come ha scritto ieri il giovane (sono quasi tutti giovanissimi ormai a Charlie) disegnatore Bidu su twitter: «Umorismo nero su Charlie Hebdo? Manco ci fosse il sesso nei film porno…»
 

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