Svizzera, il no agli stranieri mette a rischio il Cern di Ginevra

Svizzera, il no agli stranieri mette a rischio il Cern di Ginevra
di Walter Rauhe
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Domenica 23 Febbraio 2014, 13:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 13:51
​La portata del referendum popolare contro gli invasori stranieri che la Svizzera ha votato due settimane fa comincia a venire alla luce pezzo per pezzo. Cosa succede però se tra gli immigrati indesiderati figurano anche premi Nobel, scienziati di fama internazionale e ricercatori pluri decorati? Mettendo la loro crocetta sotto il sì al referendum anti immigrati dei populisti xenofobi, la maggioranza degli elettori svizzeri non avevano forse preso in considerazione la reale portata di quel verdetto popolare. Ora però il loro voto rischia di mettere a rischio le basi e la stessa sopravvivenza del Cern di Ginevra, il centro di massima eccellenza mondiale nel campo della fisica e della ricerca nucleare, dove tra l'altro è nato il World Wide Web (internet) e dove sono state scoperte la corrente debole neutra o i bosoni W e Z, assicurando a Carlo Rubbia e Simon van der Meer il Nobel per la fisica nel 1984 entrambi di origini straniere.

Per loro, come per tanti altri immigrati, lavorare in Svizzera in futuro potrebbe risultare più difficile. La Commissione europea ha infatti appena deciso che i negoziati con la Svizzera per l’estensione dei trattati per la ricerca scientifica “Horizon 2020” e il programma per l'istruzione “Erasmus+" verranno rinviati fino a quando da Berna arriverà la notifica formale di non adesione all'accordo di libera circolazione con la Croazia.



LO STOP

Una sospensione che in realtà potrebbe rappresentare lo stop definitivo alle trattative dal momento che la ministra della Giustizia svizzera, Simonetta Sommaruga, aveva informato telefonicamente venerdì il ministro degli affari esteri croato Vesna Pusic, che la Confederazione, come conseguenza del referendum sull'immigrazione, non è piú nelle condizioni di poter firmare l'accordo bilaterale con la Croazia sulla libera circolazione dei lavoratori. Cosa c’entra però tutto ciò con il Cern di Ginevra? C’entra eccome, dal momento che violando gli accordi sulla libera circolazione la Svizzera perde automaticamente anche tutti gli accordi e finanziamenti bilaterali stipulati con Bruxelles, compresi quelli sulla ricerca scientifica e lo scambio di studenti e di ricercatori, e gli accordi sulle cooperazioni scientifiche.



LA CIRCOLAZIONE DEI FISICI

Non si tratta di una semplice “vendetta" da parte della Ue contro un piccolo Paese ribelle e non membro come quello elvetico. Gli accordi finora in vigore, oltre ai finanziamenti comuni delle ricerche condotte al Cern di Ginevra, davano per scontata anche la libera circolazione (e quindi i permessi di lavoro e soggiorno in Svizzera) dei ricercatori e fisici europei. Cosa che in futuro non viene più garantita da Berna. La Svizzera comunque continua a seguire, almeno per ora, la sua strada. Sentimenti xenofobi e pregiudizi sugli stranieri nella realtà della Confederazione elvetica appartengono ormai ad una consuetudine condivisa persino dai giudici di una Corte suprema. Quelli che hanno appena assolto un poliziotto accusato di aver detto «porco straniero» a un immigrato, in quanto l’espressione appartiene (recita la sentenza) «al linguaggio comune», al contrario di altre espressioni «porco negro». Se però «i porci stranieri» sono scienziati da premio Nobel a rimetterci possono essere gli stessi svizzeri, oltre che l’Europa intera.
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