Il sultano del Brunei punta a comprare il Plaza di New York: proteste negli Usa

Il sultano del Brunei punta a comprare il Plaza di New York: proteste negli Usa
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Domenica 17 Agosto 2014, 20:02 - Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 07:45
Gi le mani dal Plaza Hotel. Lo storico albergo di Manhattan potrebbe diventare di propriet del sultano del Brunei e la notizia ha suscitato la protesta delle associazioni per i diritti umani dopo la sharia imposta lo scorso anno nel suo Paese che prevede la lapidazione per i gay e per chi commette adulterio.



Secondo quanto riferiscono i media americani, il sultano Hassanal Bolkiah è il favorito tra gli offerenti per l'acquisto dell'hotel di New York. Come parte di un accordo stimato in 2,2 miliardi di dollari, il sultano potrebbe anche acquistare il Dream Hotel, sempre a New York, e il Grosvenor House di Londra.



Le proprietà sono state messe in vendita dal tycoon indiano Subrata Roy, attualmente in prigione a New Delhi per vilipendio alle cariche istituzionali. Il miliardario non si presentò in tribunale per difendersi dall'accusa di non aver rimborsato miliardi di dollari agli investitori, ai quali erano state vendute obbligazioni senza rispettare le regole di mercato.



I soldi ricavati dalla vendita servirebbero a pagare la cauzione, fissata a 1,6 miliardi di dollari. In base all'accordo, il sultano non avrebbe voce in capitolo nella gestione quotidiana dell'hotel, ma diventerebbe il proprietario insieme ad altri due investitori: Hampshire Hotels e il principe saudita al Waleed.



La notizia del possibile acquisto ha provocato la protesta delle associazioni per i diritti umani secondo cui il responsabile di barbarie nel suo Paese non può diventare il proprietario di uno dei punti di riferimento della Grande Mela e chiedono ai newyorchesi di opporsi alla vendita. «Il sultano potrebbe decidere di giustiziare donne e gay nel suo Paese già il prossimo anno», sostiene Ty Cobb, promotore di una campagna per i diritti umani.



«Il flusso di profitti americani provenienti dai suoi hotel e destinati al suo regime deve essere fermato. Esortiamo tutti i newyorchesi a inviare un messaggio al sultano: porti il suo business altrove», ha aggiunto.



La sharia imposta dal sultano ha già causato un'ondata di proteste a Los Angeles, dove il sultano è proprietario dell'altrettanto mitico Beverly Hills Hotel.



All'inizio dell'anno, sono stati organizzati picchetti per boicottare il lussuoso albergo con star del calibro di Jay Leno, Ellen Degeneres, Mia Farrow e Russell Crowe. Tra i cartelli dei manifestanti spiccava: «Questo hotel è di proprietà di un omofobo».



Tra i picchettatori c'era all'inizio anche la star del reality Kim Kardashian che però ha rinunciato all'azione sostenendo che «è l'unico posto dove i paparazzi mi lasciano in pace».
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