Dagmara Przybysz, 16 anni, aveva migliaia di sogni nel cassetto. Sperava che il suo Lewis sarebbe diventato l'uomo della sua vita, aveva in progetto di studiare fotografia e voleva crearsi una famiglia. Era una ragazza felice fino a quando la sua vita non ha incrociato quella di alcuni bulli della sua scuola, la Pool Academy di Redruth, in Cornovaglia, che hanno iniziato a prenderla pesantemente in giro per le sue origini polacche. Una persecuzione che ha portato la ragazza a suicidarsi nel bagno dell'istituto il 17 maggio 2016. Una morte sulla quale, adesso, i giudici stanno cercando di fare chiarezza per capire chi e che cosa l'abbia spinta a togliersi la vita.
Secondo il racconto della madre e del fidanzato, negli ultimi giorni prima di morire Dagmara era strana. Aveva raccontato in famiglia che veniva presa costantemente in giro e alcune ragazze erano arrivate a dirle che era una stupida polacca che doveva ritornare nel suo Paese. A confermare queste parole, anche un sms inviato a Lewis in cui Dagmara esprimeva tutta la sua frustrazione: «Non è la mia migliore giornata a scuola - aveva scritto pochi giorni prima di uccidersi - Le persone dicono cose su di me perché sono della Polonia. Non conosco nemmeno i loro nomi». Esasperata e sconcertata per quelle voci che si rincorrevano, si è chiusa in una bagno a scuola e si è impiccata.
Adesso uno dei punti da sciogliere è perché l'allarme non sia scattato immediatamente: secondo il protocollo della scuola, se entro 20 minuti uno studente non viene trovato, le ricerche vanno intensificate e vanno chiamati i soccorsi. Dagmara, invece, è stata ritrovata dopo 90 minuti. Inoltre nessuno dei presenti le ha praticato un massaggio cardiaco. Circostanze che adesso sono al vaglio degli inquirenti, così come i presunti episodi di razzismo che, però, sono stati messi in discussione dal magistrato: «Prima della morte non ci sono stati evidenti problemi di razzismo o bullismo. Nonostante fosse sconvolta nelle 48 ore prima di morire, non c'erano elementi che possano far pensare che stesse maturando l'idea di togliersi la vita. Andava bene a scuola, stava affrontando i suoi problemi di dislessia per iscriversi al college e stava facendo progetti con Lewis».
Queste risposte, comunque, non sono bastate alla famiglia che continua a chiedere giustizia per Dagmara.«Non so esattamente cosa sia successo in quelle giornate - ha dichiarato la madre - So solo che mia figlia mi aveva raccontato di essere stata insultata.