Sparatoria Tennessee: il killer è un wrestler con una laurea in ingegneria

Un'immagine tratta dal video di Mohammed Abdulazeez in versione wrestler
di Giulia Aubry
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Venerdì 17 Luglio 2015, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 13:10

Un wrestler con una laurea in ingegneria conseguita all’Università del Teenessee. Fino a qualche mese fa questo sarebbe stato il profilo di Muhammad Abdulazeez, 24 anni, responsabile dell’attacco a un centro di reclutamento militare in cui hanno perso la vita quattro marines.

Il giovane, rimasto anch’egli ucciso nel corso dell’attacco (ancora non si sa se per mano delle forze dell’ordine o suicidandosi), era un cittadino statunitense di origine kuwaitiane. Arrivato negli Stati Uniti con i genitori nel 1996, viveva a Hixson, una comunità di Chattanooga, in quella che a tutti gli effetti può essere considerata la classica famiglia borghese musulmana. Secondo quanto riportato dalla stampa locale americana – il Chattanooga Times Free Press - il padre sarebbe un impiegato comunale nel dipartimento dei lavori pubblici.

Un bravo ragazzo, estremamente gentile , lo descrivono i compagni delle scuole superiori frequentate dal giovane anche con discreto successo.

Nella foto dell’annuario scolastico appare sorridente, con la giacca dell’UTC e la cravatta, senza quella barba che lo avrebbe caratterizzato negli ultimi anni. Solo un piccolo accenno ai suoi problemi, come giovane musulmano statunitense, nella frase che accompagna – come tradizione – la sua foto: “Il mio nome crea allarmi alla sicurezza nazionale. E il tuo?”.

Agli amici e allo studio Muhammad, prima di trasformarsi nell’assassino di Chattanooga, abbinava una passione per lo sport di combattimento statunitense per eccellenza: il wrestling. Su Youtube sono presenti due video in cui il giovane combatte nella cosiddetta “gabbia” sconfiggendo il suo avversario, Timmy Hall, con un Total Knock Out, un colpo tipico di questa specialità. Il video risale al 2009 quando il giovane militava nella squadra della Red Bank High School .

Gli amici e i conoscenti lo descrivono come un ragazzo molto religioso, ma senza che ciò facesse pensare a una deviazione fondamentalista. Secondo quanto riporta la stampa americana non sarebbe stato inserito nelle liste FBI dei potenziali terroristi di matrice islamica. Sarebbe però noto alla polizia locale per un arresto per un arresto, nell'aprile di quest'anno, per guida in stato di ubriachezza. Il 13 luglio, pochi giorni prima dell’attacco, sul suo blog aveva scritto due post sull’Islam. Il primo, intitolato “Una prigione chiamata Dunya”, in cui alla fine di una personale analisi religiosa invitava i fedeli a seguire Dio al 100% perché egli li avrebbe guidati verso la giusta scelta. Nel secondo, “Comprendere l’Islam: la storia dei tre uomini ciechi”, cita invece la Jihad come missione di ogni musulmano, ma senza alcun riferimento ad azioni violente indirizzate contro gli infedeli o a Isis.

Cosa sia successo a quel giovane studente di Chattanooga proveniente da una famiglia medio-borghese, apparentemente integrata sul territorio, con una passione per il wrestling è difficile da comprendere. Lupi solitari inseriti strategicamente in un sistema di terrorismo urbano, ragazzi problematici affascinati dal messaggio del sedicente Stato Islamico e da una nuova identità, novelli Jihadi John che a un certo punto voltano le spalle al paese che li ha accolti per colpirli al cuore, “semplici esaltati” con troppe armi e sobillatori. Le etichette da applicarte possono essere molteplici.

Nelle ore successive all’attacco alcuni simpatizzanti di Isis hanno festeggiato sui social le gesta di Mohammed Abdulazeez con gli hashtag #Chattanooga e #IslamicState e le immagini photoshoppate del vero Jihadi Joe che minaccia Obama. Cosa pensasse davvero di ottenere l’ex wrestler di Chattanooga è un mistero che si è portato dietro nel “suo” aldilà. Come tanti altri prima di lui.