Spagna, la rivincita di Rajoy: rieletto primo ministro dopo 10 mesi di crisi. Sconfitti Sanchez e Iglesias

Spagna, la rivincita di Rajoy: rieletto primo ministro dopo 10 mesi di crisi. Sconfitti Sanchez e Iglesias
3 Minuti di Lettura
Sabato 29 Ottobre 2016, 20:26 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 14:47
Nei lunghi mesi della infinita crisi spagnola lo hanno accusato di tutto, è stato insultato dal giovane e sprezzante rivale socialista Pedro Sanchez "El Guapo", gli hanno promesso una rapida morte politica, lo hanno definito "grigio", capo di un partito corrotto, e molte altro ancora. Ma oggi il vincitore è lui, Mariano Rajoy, rieletto primo ministro della Spagna.

Per Rayoi nel Congresso dei deputati, l'equivalente della Camera italiana, hanno votato in 170 (il Ppe, Ciudadanos e Coalición Canaria) su 349, 111 i contrari, 68 sono stati invece gli astenuti. Nelle file dei socialisti 15 deputati hanno rotto la disciplina di partito e hanno votato no disobbedendo all'ordine di astenersi. 

Il nuovo governo spagnolo sarà annunciato giovedì pomeriggio e giurerà venerdì davanti a re Felipe VI: lo ha annunciato Rajoy poco dopo il voto di fiducia.

I giovani e telegenici rivali campioni del nuovo escono quindi battuti dal braccio di ferro della lunga crisi spagnola. Il socialista Sanchez è stato defenestrato dai baroni del partito, oggi si è dimesso da deputato, il leader di Podemos Pablo Iglesias ha perso un milione e mezzo di voti fra dicembre e giugno, Albert Rivera di Ciudadanos dopo avere giurato che mai lo avrebbe votato ora lo appoggia.

Inaffondabile, il veterano galiziano «grigio», ma dall'ironia micidiale, è sempre ai comandi del paese. Due anni fa nessuno nel pieno delle misure lacrime e sangue che il suo governo imponeva al paese per uscire dalla gravissima crisi ereditata dal socialista Josè Luis Zapatero, avrebbe scommesso una vecchia peseta sul suo futuro politico. Ma, tenace e ostinato è arrivato primo alle due ultime politiche. Senza maggioranza però, vittima della morte del bipartitismo, con l'irruzione di Podemos e Ciudadanos. Ma i sondaggi lo danno in crescita continua. Il paese è uscito dalla crisi e viaggia a ritmi di crescita quasi cinesi. Per molti spagnoli è la sicurezza contro le incertezze del nuovo.

Il vecchio Rajoy, 61 anni, erede dal 2004 di Josè Maria Aznar con il quale ora i rapporti sono gelidi, premier dal 2011 dopo essere stato sconfitto due volte da Zapatero, ora deve gestire una fase senza precedenti per la Spagna. Governerà in minoranza, costretto a negoziare con l'opposizione su ogni legge, con il rischio permanente di cadere. Ma ha dimostrato di avere i nervi saldi nei 10 mesi della crisi.

Il timido Rajoy, come lo ha definito Abc, rivendica il pedigree di politico di una volta. Uno degli ultimi al potere in Europa. Preferisce il lavoro in ufficio e gli spazi in famiglia ai divani della tv dove imperversano i suoi giovani avversari. Per salvare partito e governo ha accettato di aprirsi in alcune popolari trasmissioni tv: ha giocato a calcetto e cucinato, dialogato con i bambini, sfidato nella corsa un più giovane presentatore. Che come i suoi rivali politici non ce l'ha fatta e ha perso. 

Migliaia di persone hanno protestato nelle immediate vicinanze del Parlamento di Madrid contro l'investitura di Rajoy. La manifestazione è stata indetta dal movimento Coordinadora 25S, legati agli indignati del 15M, che considera «illegittima» la nomina a premier del leader del Ppe.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA