I PRECEDENTI
Prima di allora, solo un altro dittatore mediorientale aveva osato sfidare le leggi internazionali e massacrare civili innocenti con un attacco a base di gas nervini: era stato Saddam Hussein, che nel 1988 aveva tentato di spazzare via la popolazione curda nel nord dell’Iraq, falciando le vite di uomini, donne e bambini. Ne aveva uccisi 5 mila, in un attacco con dieci aerei. Altre migliaia ne morirono dopo, per le conseguenze dell’avvelenamento. Dopo di allora, l’orrore e l’indignazione mondiale erano riusciti a evitare altre simili azioni. Fino alla guerra in Siria e alla cieca determinazione di al-Assad, che non ha paura di uccidere i suoi concittadini, neanche se sono bambini inermi.
Se ieri ha usato il gas, infatti, nei mesi scorsi ha usato le “barrell bomb”, i barili bomba imbottiti di esplosivo, chiodi, rottami, bulloni. Li ha fatti sganciare dagli elicotteri, nei quartieri residenziali, nella notte, quando tutti dormono. La devastazione di Aleppo, la scorsa estate, ci ha mostrato i corpi di decine di poveri bambini dilaniati. Nell’incrocio di fazioni in guerra, nessuno è comunque senza macchia: forse senza la feroce determinazione di al-Assad, però anche le fazioni ribelli e i russi, hanno ucciso bambini. Finora gli unici militari ad avere avuto una precisa direttiva di evitare a ogni costo di colpire aree dove si potevano causare morti fra donne e bambini sono stati i combattenti della Coalizione a guida Usa (americani, britannici e australiani compiono missioni direttamente in Siria, contro l’Isis). Ma anche loro sono stati in alcuni casi accusati di aver comunque ucciso innocenti.
I NUMERI
Lo scorso anno, la guerra degli adulti ha causato almeno 652 morti fra i bambini. Particolare raccapricciante: 255 sono stati uccisi da bombe e attacchi di artiglieria vicino alla loro scuola, segno che la legge internazionale di guerra che vuole che le scuole vengano risparmiate non viene più rispettata. Il totale di bambini che hanno perso la vita nei sei anni della guerra in Siria è salito così a 17 mila e 500. Per i bambini siriani sembra non esserci scampo. Fra quelli che restano nel Paese, circa 300 mila sono assediati in città sventrate dalle bombe, sotto la costante minaccia dell’artiglieria nemica. Altri due milioni e mezzo sono lontani da centri abitati e mancano di ogni forma di assistenza alimentare e medica: per loro, la morte può venire sotto forma di una ferita infetta, di una banale malattia che un semplice antibiotico potrebbe sconfiggere.
LA FUGA
Ma anche quando i genitori decidono di scappare, di cercare aiuto fuori dalla Siria, il destino può accanirsi contro di loro, la morte li insegue. Chi ha dimenticato il corpicino del piccolo Aylan lambito dalle acque del mare sulla spiaggia di Bodrum in Turchia? Lui è finito su tutte le prime pagine, ma si sospetta che a centinaia altri suoi coetanei siano morti nella fuga verso la speranza. Nei sei anni di guerra, rivela l’associazione “Save the Children”, mille bambini siriani al giorno sono scappati con i loro genitori, e nessuno saprà dirci esattamente quanti di loro hanno fatto la tragica fine di Aylan, lontano dagli occhi e dagli obiettivi delle macchine fotografiche.
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