Siria, pattugliatori Usa partiti da Sigonella e caccia francesi pronti

Siria, pattugliatori Usa partiti da Sigonella e caccia francesi pronti
di Gianandrea Gaiani
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Giovedì 12 Aprile 2018, 08:10

Come in un wargame tutte le pedine sembrano ornai posizionate per dare il via a un attacco contro la Siria di Bashar Assad, che pare inevitabile a giudicare dalle bellicose parole twittate ieri da Trump. Resta solo da comprendere se si tratterà di un raid limitato e dal valore simbolico, come la base aerea di al Dumayr, da dove sarebbero partiti gli elicotteri Mi-8 con a bordo i barili di cloro sganciati su Douma. Si tratterebbe in questo caso di un attacco simile a quello attuato un anno or sono sulla base aerea di Shayrat dopo aver avvisato preventivamente i russi.

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GLI OBIETTIVI
Oggi pare invece più probabile che sia stato messo a punto un attacco su scala molto più vasta che vedrebbe nel mirino dei missili lanciati dal mare e dal cielo diverse installazioni militari siriane ma anche obiettivi politici come le sedi governative. Un'ipotesi che pare confermata dalla notizia che Bashar Assad avrebbe lasciato il palazzo presidenziale per raggiungere uno dei suoi rifugi segreti. Se l'obiettivo fosse lo stesso Assad apparirebbe evidente che la vicenda delle armi chimiche a Douma rappresenta solo un pretesto, reale o costruito ad arte, per attuare con le armi un cambio di regime a Damasco non diverso da quello attuato in Iraq nel 2003 e in Libia nel 2011. Uno scenario in cui sarebbe impossibile non coinvolgere anche Russia e Iran presenti in forze sul territorio siriano.

LE FORZE IN CAMPO
In campo tra gli attaccanti vi sono almeno due cacciatorpediniere missili classe Burke e almeno un sottomarino classe Los Angeles statunitensi con a bordo complessivamente circa 320 missili da crociera Tomahawk. Altri missili cruise, del tipo Scalp Naval, sono a bordo della fregata francese Aquitaine. In campo anche un centinaio di aerei da combattimento basati nel Golfo e in Giordania; bombardieri B-1, cacciabombardieri F-15, F-16 e F-18 e forse anche gli F-22 a bassa visibilità radar. A queste forze potrebbero unirsi velivoli britannici Typhoon e Rafale basati a Cipro e francesi Rafale e Mirage 2000 presenti in Giordania ed Emirati arabi uniti armati anche con missili da crociera Scalp/Storm Shadow ma anche Typhoon ed F-15 sauditi dopo che Riad ha offerto i suoi mezzi per dare una mano a colpire il regime siriano alleato dell'Iran.

CONTROLLO A DISTANZA
Le operazioni preliminari di controllo a distanza dello spazio aereo e del territorio siriano sono già in atto con l'impiego di aerei spia statunitensi e britannici, da guerra elettronica, droni e velivoli radar Awacs schierati in Giordania, Qatar, Kuwait, Creta, Cipro e Turchia ma anche con il supporto informativo delle forze israeliane che hanno raccolto molti dettagli tecnici circa le difese aeree di Damasco dopo aver effettuato negli ultimi sette anni oltre un centinaio di incursioni aeree in territorio siriano. Da Sigonella sono decollati pattugliatori antisommergibile Poseidon che hanno il compito di individuare e tenere sotto controllo le navi e soprattutto i sottomarini della flotta russa basata nel porto siriano di Tartus e che pare abbia preso il mare per non farsi sorprendere ormeggiata, e quindi indifesa, da un attacco missilistico. In volo anche i velivoli da ricognizione marittima ed elettronica Il-38.

L'ESCALATION
Non si può quindi escludere che tra gli obiettivi presi di mira, oltre alle postazioni antiaeree, agli aeroporti e alle caserme e centri di comando siriani, vi siano anche le due grandi basi russe in Siria, l'aeroporto di Hmeimin (che ospita oltre una trentina di aerei da combattimento Su-30, Su-34, Su-35, Su-25 ma anche i nuovissimi Su-57 oltre a una ventina di elicotteri) e la base navale di Tartus. Target prioritario potrebbe essere di nuovo la base aerea T4, vicino a Palmyra, già colpita dagli israeliani, che ospita personale iraniano e funge da base avanzata per i velivoli russi Sukhoi 25 utilizzati nel settore di Deir Ezzor. Installazioni che potrebbero venire attaccate preventivamente oppure solo in caso di risposta russa ai raid statunitensi (la Francia ha escluso ieri di voler colpire forze di Mosca in Siria).

Scenari di escalation i cui sviluppi sono difficilmente prevedibili.

Mosca e Damasco dispongono di poderose difese aeree e contro i missili da crociera oltre a sistemi di guerra elettronica capaci di disturbare i radar e i sistemi di guida missilistici: capacità che indurranno presumibilmente gli attaccanti a lanciare i loro missili ben lontano dallo spazio aereo siriano. Sul mare le due navi statunitensi schierate tra Cipro e le coste siriane potrebbero venire attaccate dai missili antinave K-300P Bastion in dotazione a russi e siriani (350 chilometri di raggio d'azione) ma anche dalle armi imbarcate su navi, sottomarini, elicotteri e aerei russi. Attacchi simultanei condotti con più armi per saturare le difese delle navi americane in una battaglia che rappresenterebbe un'escalation nel confronto tra russi e americani inimmaginabile persino durante la Guerra fredda.

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