L'ultimo sondaggio realizzato in vista delle elezioni presidenziali serbe di domenica spazza via anche l'unica incertezza rimasta sull'esito della consultazione: se l'attuale premier Aleksandar Vucic riuscirà a farsi eleggere già al primo turno o dovrà invece attendere il ballottaggio. L'inchiesta telefonica di Demostat realizzata su un campione di 1200 elettori tra il 21 e il 27 marzo conferma - rafforzandola - una tendenza emersa anche negli ultimi sondaggi: Vucic sembra avviato a conquistare già al primo turno il 56,2 per cento delle preferenze, mentre nessuno dei candidati della frammentata opposizione riuscirebbe a superare se non raggiungere il 10% dei voti. Tra i suoi 9 avversari in testa risulta Luka Maksimovic, che conduce la sua campagna usando uno pseudonimo e propone una satira dei politici corrotti ma nessun programma. Ljubisa Preletacevic Beli raggiungerebbe il 9,5% dei voti, piazzandosi davanti all'ex ministro degli esteri e presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Vuk Jeremic, con il 9,3% dei voti.
Stando al sondaggio realizzato prima di questo daFaktor Plus per Blic, Vucic risultava sempre nettamente in testa
rispetto ai rivali, con il 53% delle preferenze, seguito dall'ex difensore civico serbo Sasa Jankovic, (15%) e Vuk Jeremic (l'8,6%). Luka Maksimovic ad una settimana dal voto risultava quarto nei sondaggi, ora è passato al secondo posto. Tra gli altri candidati, figura anche il padre politico di Vucic, il capo del Partito estremista radicale Vojislav Seselj.
Vucic, 47 anni, politicamente giovane, non ha chiarito perché voglia barattare l'incarico di primo ministro - che riveste per la seconda volta da appena sette mesi - con l'incarico prevalentemente cerimoniale di presidente. Quello che appare chiaro è che intende mantenere tutte le leve del potere in mano, dalla leadership del Partito progressista (SNS) al controllo sulla polizia e sui servizi di sicurezza.
