La sconvolgente previsione di Houellebecq

di Giuliano da Empoli
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Giovedì 8 Gennaio 2015, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 00:34
Si trova ancora nelle edicole l’ultimo numero di Charlie Hebdo - il magazine satirico preso d’assalto ieri da un commando di jihadisti armati di kalashnikov. Aveva in copertina Michel Houellebecq, il rabdomante delle lettere che ha anticipato attraverso i suoi romanzi molte delle tensioni che attraversano la Francia di oggi. Dopo l’attentato di ieri, quella copertina è diventata il simbolo di una tragedia.



Una tragedia che ha radici profonde e rischia di produrre conseguenze altrettanto importanti. Ieri avrebbe dovuto essere la giornata dello scrittore, non del giornale. Nelle librerie era prevista l’uscita dell’ultimo libro di Houellebecq, già in testa alle prevendite su Amazon, e tutti i media avevano consacrato ampio spazio alla notizia: dopo cinque anni di assenza, lo scrittore faceva il suo ritorno con un romanzo dedicato all’islamizzazione del paese. Un’opera di fantapolitica nella quale si immagina l'elezione di un presidente musulmano - e l’instaurazione della poligamia e del velo per le donne.



Come si sa, le cose sono andate diversamente. Ieri mattina, all’ora in cui i librai iniziavano a disporre le copie del romanzo nelle vetrine, un commando di terroristi ha fatto irruzione nella redazione di Charlie Hebdo, massacrando dodici persone. A quanto pare, la colpa dei giornalisti era di aver pubblicato le caricature di Maometto in passato e di aver annunciato un numero speciale diretto dal profeta stesso per la prossima settimana.



Se non fosse una tragedia sembrerebbe un colpo di marketing. Ma la verità è che, purtroppo, anche i terroristi a volte sono rabdomanti. Sanno che il successo della loro azione dipende dal timing. E che un attacco al momento giusto può provocare effetti a catena in grado di moltiplicarne l’impatto.

La Francia attraversa da tempo una profonda crisi d’identità, aggravata dalla paralisi del sistema politico. Il cuore oscuro di questa crisi è il tema dell’immigrazione e, in particolare, dell’integrazione della popolazione musulmana di origine nordafricana. Sta lì la chiave del successo del Front National - oggi primo partito del paese.



Sta lì la spiegazione delle traiettorie politiche di personaggi come Sarkozy e Manuel Valls, percepiti come alternative presentabili alla linea dura incarnata da Marine Le Pen. Sta sempre lì il combustibile che alimenta la maggior parte delle detonazioni degli ultimi anni. Quelle reali, come le rivolte delle banlieues, sempre dietro l’angolo. E quelle metaforiche, come il caso del comico antisemita Dieudonné.



A ottobre, un libro del polemista reazionario Eric Zemmour consacrato al “suicidio francese” ha venduto mezzo milione di copie in poche settimane.

Ora, su questa situazione già ai limiti del sopportabile è piombato l’attentato contro Charlie Hebdo. Un attacco ancora più odioso degli altri, perché alla violenza cieca ha sostituito una violenza orientata contro la libertà di espressione, uno dei cardini della dichiarazione dei diritti dell’uomo formulata per la prima volta proprio a Parigi, oltre due secoli fa.



L’obiettivo sembra quello di polarizzare ancora di più una società percorsa da fratture già molto profonde. Non è un caso se, nel romanzo uscito ieri, Houellebecq pronostica per il 2022, un secondo turno delle elezioni presidenziali tra Front National e Federazione Musulmana, con i partiti moderati ridotti a fare da comprimari dopo decenni di stallo e di disillusione.



Gli esiti reali, a questo punto, sono difficili da prevedere. In circostanze normali, la Francia ha sempre avuto la forza di gestire gli attacchi terroristici senza lasciarsi destabilizzare. Negli anni Ottanta e Novanta, due ondate di attentati di matrice mediorientale hanno fatto decine di morti senza lasciare particolari tracce del loro passaggio. Oggi, però, il contesto è completamente diverso. La fragilità dell’economia, il discredito delle istituzioni e il disorientamento dell’opinione pubblica hanno creato una situazione esplosiva.



Il nuovo libro di Houellebecq si intitola “Soumission” - sottomissione - perché dà voce alle paure di una quota crescente dell’opinione pubblica che teme di vedere la Francia sottomessa alla globalizzazione, all’immigrazione, all’Islam.

C’è solo da augurarsi che quello di ieri sia un atto isolato. Perché se fosse l’inizio di una campagna terroristica come quella degli anni Ottanta potrebbe essere la goccia finale che spinge il paese nelle braccia di Marine Le Pen.