Brexit, Schäuble all'attacco: la Ue vada avanti con intese tra gli Stati

Brexit, Schäuble all'attacco: la Ue vada avanti con intese tra gli Stati
di Flaminia Bussotti
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Lunedì 4 Luglio 2016, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 11:56
BERLINO Diamoci una mossa: in pratica questo il messaggio lanciato dalle pagine ieri del domenicale Welt am Sonntag dal ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, alla luce dello sbando in Europa dopo la Brexit e il proliferare ovunque di populismi di vario colore. Se la Commissione europea è incapace o troppo lenta a risolvere i problemi urgenti, come ad esempio la crisi dei profughi, siano gli stati a prendere in mano la situazione, ha detto Schaeuble, fra i più convinti europeisti in Germania sin dai tempi in cui era il delfino di Helmut Kohl.

Di fatto, nel pieno delle critiche al presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, le parole del potente ministro tedesco sembrano volergli dare un'altra spintina verso il baratro, sollecitando di fatto un depotenziamento della Commissione e un rafforzamento dell'approccio intergovernativo. «È ora di pragmatismo», ha detto rilanciando una sua vecchia idea di un'Europa a due velocità. «Se non tutti i 27 vogliono starci dall'inizio, inizieremo in pochi». E se la Commissione non ci sta, «prendiamo direttamente noi la cosa in mano, e risolviamo i problemi fra i governi».

ESEMPIO PERSONALE
La Commissione può sì adoperarsi per risolvere i problemi ma se non le riesce, bisogna intervenire rapidamente: «i tempi abituali di Bruxelles sono troppo lunghi», ha criticato incalzando. Si capisce subito se la Commissione è in grado di arrivare a un risultato «o se ci perdiamo nel Consiglio»: i governi hanno il dovere di prendere l'iniziativa, ha sottolineato facendo un esempio personale.
 
«Lo scorso anno mi sono molto arrabbiato che Bruxelles ci abbia messo così tanto per reagire alla crisi dei profughi», ha detto. Molta gente è scontenta con l'Ue sulla gestazione della crisi dei migranti e il »il mancato rispetto delle regole, anche da parte della Commissione, nella crisi del debito». Nel 1994, assieme a Karl Lamers, Schaeuble mise a punto un celebre documento sull'Europa dal nucleo duro (o delle due velocità) volto ad accelerare il processo di integrazione: i paesi in grado di partecipare, compresi quelli fondatori dell'Ue, si sarebbero assunti il compito di fare da avanguardia di tale processo.

L'EUROSCETTICISMO
In linea di principio, dice oggi il 74enne Schaeuble, la cui fede nell'Europa però non è diminuita, «sono un fautore dell'integrazione, ma non è questo il momento: non possiamo in Europa, di fronte alla crescente demagogia e al profondo euroscetticismo, andare avanti così come finora». L'Ue deve occuparsi di risolvere i problemi centrali dell'Europa. Dopo il referendum britannico per l'uscita dall'Ue, la Germania, su cui ricade il peso maggiore di salvare la costruzione europea, è alla ricerca di una via che da una parte porti a una soluzione e dall'altra non rafforzi il timore di un predominio tedesco in Europa.

Le divisioni, con le elezioni legislative fra un anno e i due partiti della grande coalizione - cristiano democratici (Cdu-Csu) e socialdemocratici (Spd) - che ormai sono in campagna elettorale e ognuno va per la sua strada, caratterizzano anche il dibattito politico interno. È un errore, ha detto infatti Schaeuble (Cdu) nell' intervista all'indirizzo dell'alleato Spd, cercare di stimolare la crescita in Europa con più investimenti statali. Non si può, ha detto, resuscitare «l'idea sbagliata» che «con nuovi debiti si crea a comando crescita». La richiesta di investimenti e di un patto per la crescita in Europa per maggiore giustizia sociale è giunta dal leader Spd, e vice-cancelliere Sigmar Gabriel.
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