Sanzioni, parlamento Ue: «Difficile misurarne l'efficacia»

Sanzioni, parlamento Ue: «Difficile misurarne l'efficacia»
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Martedì 8 Maggio 2018, 18:14
Quando nel 2016 la Ue tolse le sanzioni decise nel 2012 contro l' Iran (si trattava dell'embargo sulle esportazioni di petrolio e di misure finanziarie) la crescita dell'economia iraniana fu del 13,4%. Segno che la decisioni internazionali pesarono molto sul paese, dato che le esportazioni di petrolio complessivamente si dimezzarono. Quanto alla Russia il Fondo monetario internazionale stimava nel 2015 che le sanzioni europee e americane costavano a Mosca l'1,5% del pil all'anno con un aumento potenziale al 9% negli anni successivi.

Comunque, nel 2015-2016 le sanzioni furono la seconda causa dopo la caduta dei prezzi del petrolio della recessione in Russia. Dunque, apparentemente le sanzioni funzionano. Tuttavia «misurare la loro efficacia è difficile perchè raramente raggiungono tutti gli obiettivi». Resta però il fatto che «anche se gli obiettivi principali non sono raggiunti, le sanzioni possono avere un effetto secondario utile, per esempio scoraggiare altri Stati da azioni» che mettono a rischio la sicurezza internazionale o violano i diritti umani e gli standard democratici. È questa la conclusione cui arriva uno studio del Parlamento europeo, elaborato dal Servizio ricerca (firmato da Martin Russel). In ogni caso la maggior parte delle sanzioni europee colpiscono i visti, gli asset finanziari e le armi, «misure che hanno un effetto economico limitato».

Tuttavia, è scritto nel rapporto, «dato che la Ue è la più grande potenza commerciale del mondo, quando adotta sanzioni economiche di solito queste hanno conseguenze considerevoli». Nella maggior parte dei casi, però, «tale impatto è difficile da quantificare dato che le sanzioni sono solo uno dei tanti fattori che influenzano l'economia di uno Stato». Il contributo Ue agli effetti negativi sull'economia delle sanzioni contro la Corea del Nord è giudicato «limitato».

L'impatto delle sanzioni Ue e Usa sulla Siria è notevole per un paese devastato dalla guerra civile che, secondo la Banca Mondiale, finora ha avuto un costo pari al 400% del pil pre-conflitto. L'accordo sul nucleare con l' Iran, è scritto nel rapporto del servizio ricerche dell'Europarlamento, «è una delle storie di successo dopo nove anni di sanzioni Onu e tre anni di embargo Ue sul petrolio: anche se ora il futuro di questo accordo in dubbio, le sanzioni centrarono l'obiettivo di persuadere gli iraniani a firmarlo». Però la Corea del Nord ha resistito 12 anni: ora si vedranno gli sviluppi delle prove di intesa in corso. E c'è il caso russo: «A prima vista - è scritto nel rapporto - le sanzioni contro la Russia non hanno portato a cambiamenti, non ci sono stati progressi nell'attuazione dell'accordo di Minsk (per risolvere il conflitto con l'Ucraina dopo l'annessione della Crimea - ndr)».

Attualmente sono in vigore 42 programmi di sanzioni europee, per cui la Ue è al secondo posto dopo gli Usa per quantità di misure di tale natura. A differenza degli embarghi commerciali usati in passato, la Ue si è mossa con decisione verso il congelamento degli asset finanziari e lo stop agli ingressi nel territorio dell'Unione per singole persone (legate ai governi e ai regimi dei paesi sotto sanzione) e imprese a llo scopo di influenzare gli Stati evitando costi sociali e umanitari alla popolazione. In ogni caso altri strumenti a disposizione della Ue sono l'embargo delle armi, misure commerciali di settore, restrizioni all'investimento, sospensione dell'aiuto allo sviluppo e delle preferenze commerciali.

Anche se Ue e Stati Uniti spesso allineano le loro sanzioni, è indicato nello studio del centro ricerca del Parlamento europeo, ci sono importanti differenze di approccio. Mentre le sanzioni americane hanno una scadenza aperta fino alla decisioni di rimuoverle, la Ue no e per questo è più veloce a rispondere a sviluppi positivi nel paese sotto tiro. Un caso di scuola è stato quello della Birmania: gli Usa hanno facilitato alcune restrizioni nel dicembre 2016 quattro anni dopo che la Ue aveva tolte tutte le sanzioni eccetto l'embargo sulle armi. Poi, le sanzioni Usa hanno un raggio di copertura più ampio di quelle europee. Per la Russia la Ue prevede restrizioni nella cooperazione con le società petrolifere per nuovi progetti nell'Artico e nel settore del petrolio non convenzionale prodotto dai frammenti di rocce di scisto bituminoso (shale), ma i progetti pre-esistenti continuano.

Le sanzioni Usa colpiscono anche il gas.
Forte la differenze in termini di obiettivi colpiti: 38 dalla Ue, 428 dagli Usa. Inoltre resta la questione della extraterritorialità delle misure americane per cui cittadini e imprese non Usa devono, secondo gli Stati Uniti, rispettare le sanzioni decise a Washington. Questo è un punto di grande frizione fra Ue e Stati Uniti (che potrebbe ripresentarsi anche nel caso dell' Iran adesso). Nel 2015 Bnp Paribas venne multata per 9 miliardi di dollari per aver violato le sanzioni Usa contro Cuba, Iran e Sudan. Nel 1996 la Ue adottò una legislazione che permette agli Stati di prendere misure per proteggere cittadini e imprese dagli effetti delle decisioni americane. Altro settore di grande tensione sulla extraterritorialità delle misure americane quello energetico che coinvolgono la Russia. 
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