San Francisco, arriva Lava Mae, l'autobus con le docce per i senzatetto

San Francisco, arriva Lava Mae, l'autobus con le docce per i senzatetto
di Anna Guaita
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Martedì 22 Dicembre 2015, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 20:46
NEW YORK – Potersi fare una bella doccia calda, lavarsi i capelli, radersi, indossare biancheria pulita. Gesti scontati, parte della nostra vita quotidiana. Ma non per chi è senzatetto. Per chi vive sul marciapiede, la pulizia della persona è la conquista più difficile da ottenere. Un pasto caldo lo si trova oramai abbastanza facilmente in quasi tutte le città americane, le “soup kitchen” sono comuni e l’assistenza pubblica è molto diffusa. Ma farsi una doccia in un ambiente accogliente, sicuro e comodo, è quasi sempre un miraggio. Quasi sempre, perché almeno a San Francisco è diventata una realtà. Ci sono in città quattro allegri autobus dipinti di blu, ricostruiti da cima a fondo, puliti e forniti di ogni comodità, che portano nei vari quartieri della città immacolati servizi igienici, come quelli che in genere abbiamo in casa. I senzatetto si mettono in fila, entrano imbarazzati dal sudicio accumulato nelle notti e nelle giornate passate sulla strada, ed escono rinati: “Sono felici e grati per qualcosa che dovrebbe essere un diritto umano fondamentale!”

A parlare è la creatrice del progetto californiano “Lava Mae”, Doniece Sandoval. La signora racconta al Messaggero che la grande iniziativa, che centinaia di cittadine di tutto il mondo stanno studiando per cercare di adottare, le venne un giorno che sentì una giovane donna senzatetto seduta su un marciapiede che piangeva ripetendo fra i singhiozzi “Non riuscirò mai a essere davvero pulita”.
 
Quel pianto fece scattare qualcosa nella mente della signora Sandoval, che aveva già lavorato come volontaria nelle soup kitchen e in altri centri di beneficenza. Cominciò a pensare come si poteva aiutare questi esseri umani, umiliati non solo dal fatto di non avere casa, ma anche dal fatto di essere perennemente sporchi, e per questo tenuti alla larga, guardati con disprezzo o disagio. Scoprì che la città, che conta una media di 7-8 mila persone senzatetto, aveva solo 8 gabinetti pubblici. Nonostante gli sforzi dell’amministrazione comunale, che nel 2014 ha trovato un tetto a più di 2 mila persone, il numero dei senza-casa continua a crescere. E se è vero che circa il 18 per cento di costoro sono individui tossicodipendenti o alcolisti, è anche vero che quasi il 40 per cento è composto da persone che hanno perso il lavoro, e persone che sono state sfrattate. Cioè individui che si trovano di colpo in situazioni disperate. “E’ sbagliato credere che siano senza casa perché hanno scelto di esserlo. Sono quasi tutti vittima di qualche catastrofica crisi” spiega la signora.  
 
Alcuni tentano di vivere nella propria automobile, talvolta trovano una brandina di notte nei dormitori pubblici, ma la loro vita è oramai sui marciapiedi. E pochi sanno quanto velocemente ci si insudici a vivere così: “E’ umiliante scoprirsi con le unghie nere, i capelli unti, e sapere di puzzare, e capirlo nello sguardo delle persone che ti evitano per strada e ti guardano con disgusto”.
 
La signora Sandoval ha messo un primo gruzzoletto di tasca sua. Poi ha ottenuto dal comune quattro autobus cittadini non più in servizio. Ha chiesto aiuto alle varie associazioni umanitarie, ad amici e conoscenti. Ha lanciato una campagna di raccolta pubblica su IndiGoGo, e ha anche riscosso l’attenzione di Google, che ha contribuito con 100 mila dollari. I bus sono stati svuotati e ricostruiti. Ognuno ora ha due sale da bagno, ciascuna con un gabinetto, una doccia, un lavandino, sapone e shampoo, asciugamani puliti e calze pulite. Gli autobus sono stati dipinti di celeste, un colore allegro, mentre dentro tutto è bianco e immacolato. Un calendario delle fermate che ogni bus farà per ogni giorno della settimana viene distribuito nei centri accoglienza, in modo che i diretti interessati sappiano dove recarsi. Nella località prescelta, l’autobus si attacca a un idrante, per avere acqua corrente pulita, scaldata con un sistema di batterie solari. Gli scarichi vengono incanalati nei tombini, verso le fogne della città.
 
Da quando “Lava Mae” gira per la città, migliaia di persone hanno contribuito portando prodotti igienici, asciugamani ecc. “Tutti vogliono aiutare, perché tutti sentono che avere accesso all’acqua ed essere puliti è un diritto fondamentale dell’uomo. E’ un bisogno indispensabile per la propria dignità” aggiunge la signora Sandoval.
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