Samsung, dopo il Galaxi Note 7 esplodono le lavatrici: decine di casi in America

Una lavatrice Samsung esplosa Foto Abc News
di Luisa Mosello
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Sabato 1 Ottobre 2016, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 08:46

Un lavaggio davvero potente, anzi proprio “col botto”. E’ quello che hanno fatto tante massaie americane dopo aver caricato il bucato nelle loro lavatrici Samsung. Che sono esplose. Un altro duro colpo per l’azienda coreana dopo il caso dell’esplosivo Galaxi Note 7. Ora a rappresentare un pericolo dentro le pareti di casa ci si mette anche l’elettrodomestico familiare per eccellenza. I modelli incriminati sono quelli a carica dall’alto vendute tra marzo 2011 e aprile 2016 in Usa. Dove sono state decine le segnalazioni e le denunce arrivate alla Consumer Product Safety Commission l’autorità di regolamentazione di sicurezza federalw. Che ha confermato il fenomeno e ha dichiarato di essersi attivata insieme alla Samsung per affrontare il problema. E ha invitato i proprietari di queste macchine ad  effettuare solo il ciclo delicato quando lavano lenzuola o panni voluminosi. La velocità inferiore della centrifuga ridurrebbe infatti il rischio di lesioni da impatto.

Un avvertimento dovuto dopo che in tanti hanno riferito ad ABC News di episodi di grande rischio, con pezzi della lavatrice che volavano. Per esempio una donna in Georgia ha raccontato che lei e suo figlio di quattro anni erano accanto all’elettrodomestico quando è andato letteralmente “per aria: «Sembrava una bomba esplosa vicino alle mie orecchie -ha detto- dadi, bulloni e cavi sono finiti sul pavimento. Ricordo solo di essermi coperta la testa e aver tentato di proteggere mio figlio gridando». L’azienda le aveva offerto un rimborso ma lei ha preferito portare il caso in tribunale. Così come altri consumatori, una ventina negli Stati Uniti, nel New Jersey e in Texas che hanno citato in giudizio Samsung che da parte sua si difende affermando che «sono stati completati centinaia di milioni di carici senza incidenti dal 2011». Fra le accuse: la presenza di un’unica asta di sostegno all’interno dell’apparecchio non  sufficiente per tenerlo fermo durante la centrifuga. Non sono stati resi  noti i numeri dei modelli in questione  e almeno per il momento in Italia non ci sono state segnalazioni di questo genere.

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