Così salveremo i rinoceronti: un corno artificiale clonato da quelli veri, ma il Wwf boccia il progetto

Così salveremo i rinoceronti: un corno artificiale clonato da quelli veri, ma il Wwf boccia il progetto
di Anna Guaita
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Domenica 19 Luglio 2015, 22:08 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 23:18

New York – Così salveranno i rinoceronti: un’azienda di biotecnologia di Seattle lavora da mesi per creare un corno artificiale geneticamente identico a quello che i cacciatori di frodo strappano ai poveri rinoceronti, esponendoli al rischio di estinzione. Il corno artificiale promette anche di essere migliore di qualità. La necessità di produrre un'alternativa sta diventando urgente, considerato che il numero di rinoceronti uccisi in Africa va aumentando, e i sopravvissuti sono poche migliaia.

L’impresa è stata lanciata dalla ditta Pembient, creata dagli imprenditori Matthew Markus e George Bonaci.

Pembient pensa che creare un corno di rinoceronte (e un giorno le zanne di elefante) in laboratorio, con lo stesso genoma di un vero animale, porterà a un crollo del valore di mercato dei corni veri, rendendo la caccia di frodo poco conveniente da un punto di vista economico. Allo stato attuale, la caccia contro questi due amati animali non è più nelle mani di qualche singolo individuo che vuole guadagnare velocemente, ma è nelle mani di network di trafficanti, in genere gli stessi che commerciano armi e di uomini. Gente spietata e organizzata.

Il progetto Pembient sembra realistico, ed è già a buon punto. E tuttavia è stato bocciato dai principali gruppi di difesa della natura, dal World Wildlife Fund alla International Rhino Foundation. Secondo questi gruppi, immettere un corno sintetico nel mercato vuol dire legittimare il consumo del prodotto, con l’ulteriore possibile ricaduta che il costo dei corni veri vada alle stelle, in quanto avrebbero un carattere di “status symbol”.

Secondo le credenze popolari i corni nascondono proprietà miracolose, che però la ricerca ha solennemente negato: gli scienziati assicurano che l’escrescenza sul muso dei rinoceronti non è che cheratina, cioè la stessa proteina che compone le nostre unghie o gli zoccoli delle mucche. E come le nostre unghie, non ha poteri anticancerogeni, non è un afrodisiaco, non cura la gotta e tantomeno i reumatismi. Ma dopo secoli di superstizioni, la richiesta di questo prodotto in Cina, India, Malesia, Corea continua ad essere altissima, e i costi superano quelli dell’oro. E per queste superstizioni i rinoceronti continuano a morire.

I numeri fanno paura: in Africa ne rimangono solo 25 mila, ma l’anno scorso ne sono stati massacrati quasi 1300. Di questo passo, tra un po’ non ne rimarranno più.

Le associazioni che si battono per difendere i rinoceronti insistono che l’unica vera difesa costituisce nell’educare le popolazioni e convincerle che un corno triturato non serve a nulla. Ma i due fondatori di Pembient protestano che sono anni che si tenta questa strada, e che le soluzioni di lungo termine non possono essere più accettate, perché i rinoceronti non hanno davanti a sè decenni di vita. Tuttavia Markus e Bonaci promettono di ritirare subito dal mercato il loro prodotto, se ci sarà prova che ha contribuito a rendere i corni veri anche più ambiti.