Tornando agli anni '60, all'apertura del Galapagos National Park e della Fondazione Charles Darwin, le uova sono state amorevolmente recuperate, covate e allevate in cattività, e quinti reintrodotte nel loro luogo natale dopo quattro o cinque anni, abbastanza grandi da resistere ai predatori non nativi.
Solo 11 dei 15 tipi di tartarughe delle Galapagos sono sopravvissute all'estinzione, a seguito dell'azione dell'uomo, che le catturava per nutrirsene, così come altri predatori non autoctoni, come maiali e topo. La popolazione che ha per poco scampato la completa estinzione viveva nell'isola di Espanola, dove la sottospecie hoodensis aveva solo 3 maschi e 12 femmine viventi. Le quindici tartarughe rimaste sono state portate alla stazione di ricerca Charles Darwin nel 1971 per un programma di allevamento in cattività. Nei successivi 33 anni hanno dato alla luce 1200 piccoli i quali sono stati rilasciati nella loro isola madre riproducendosi naturalmente da allora.
Oggi, grazie al programma di derattizzazione, le tartarughe di Pinzòn (approssimativamente 100 delle native originarie, e altre 400 dal programma di allevamento in cattività fra i 5 e i 40 anni) hanno iniziato a ripopolare l'isola così come facevano centinaia di anni fa.