Regeni, nuova versione egiziana sulla morte: «Possibile vendetta personale»

Regeni, nuova versione egiziana sulla morte: «Possibile vendetta personale»
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Mercoledì 24 Febbraio 2016, 14:12 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 09:50

«Un movente criminale o il desiderio di una vendetta personale». Potrebbero essere anche queste, secondo il ministero dell'Interno egiziano, le ragioni dell'omicidio del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni, scomparso la notte del 25 gennaio al Cairo e ritrovato il 3 febbraio sull'autostrada Il Cairo-Alessandria.

In una nota, il ministero afferma che «in base alle informazioni disponibili, tutte le possibilità sono aperte, tra cui il movente criminale o la volontà di vendetta per ragioni personali».

Gli agenti italiani impegnati al Cairo nelle indagini sulla morte di Giulio Regeni «devono avere accesso a tutti i documenti sonori e filmati e a tutti gli atti del processo nelle mani della procura di Giza». Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni alla Camera. «Il governo trasmetterà richieste specifiche su questo attraverso i canali diplomatici. Lo dobbiamo alla famiglia di Regeni e alla dignità del nostro Paese», ha aggiunto.

Il governo
«Il passare del tempo non farà desistere» l'Italia sul caso della barbara uccisione di Giulio Regeni, dal «pretendere la verità». Lo ha dichiarato il ministro degli esteri Paolo Gentiloni in un intervento questo pomeriggio alla Camera, liquidando come «improbabile» anche la nuova versione di questa mattina del ministero degli Interni egiziano. «Su questa vicenda, l'Italia semplicemente chiede a un paese alleato la verità e la punizione dei colpevoli. Noi non ci accontenteremo di verità di comodo, tantomeno di piste improbabili come quella che ho visto invocare anche stamattina al Cairo», ha detto Gentiloni, anticipando che «proprio oggi il governo trasmetterà (al Cairo, ndr) richieste specifiche e dettagliate attraverso le opportuni canali diplomatici». «La cooperazione (delle autorità del Cairo, ndr) con il team investigativo italiano può e deve essere più efficace». Gli italiani «non possono essere solo informati, devono avere accesso ai documenti sonori e filmati, ai reperti medici, agli elementi del processo in possesso della procura di Giza».

I legali della famiglia di Giulio Regeni. «Come legali della famiglia Regeni, preso atto delle dichiarazioni del Ministro dell'Interno egiziano, ribadiamo con forza, insieme al ministro Gentiloni, di non volerci accontentare di verità di comodo e di non accettare nessun tentativo di infangare la memoria di Giulio»: è quanto scrivono i legali della famiglia Regeni in una nota diffusa dall'avvocato Alessandra Ballerini. «Certi della vicinanza e del massimo impegno della magistratura italiana - proseguono i legali - noi faremo tutto quanto nelle nostre possibilità per giungere al pieno accertamento della verità, e reagiremo ai tentativi di depistaggio, da dovunque questi provengano, con tutti i mezzi e in tutte le sedi che il diritto mette a nostra disposizione. Lo dobbiamo a Giulio - concludono - alla sua famiglia e alla giustizia».

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