Tesoro di 50 milioni recuperato nell'Atlantico, duemila casse di monete in un relitto

Tesoro di 50 milioni recuperato nell'Atlantico, duemila casse di monete in un relitto
di Luca Lippera
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Mercoledì 15 Aprile 2015, 17:32 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 15:44
Il fantasma del “City of Cairo” ha smesso di vagare nell'oceano e sta rendendo ricchi coloro che l'hanno intrappolato. Un gruppo francese specializzato in ricerche sottomarine, con una operazione a cinquemila metri di profondità mai riuscita prima, sarebbe riuscito a recuperare un tesoro da almeno 50 milioni di euro rimasto intrappolato per oltre settant'anni nella stiva di un mercantile inglese affondato da un sottomarino tedesco al largo della Namibia nel 1942. La nave, la “City of Cairo”, era da decenni il simbolo di tutti i cacciatori di tesori sommersi. La mandò a picco, pare per errore, un siluro della marina del Terzo Reich, facendo finire sul fondo dell'oceano al largo dell'Africa meridionale oltre duemila casse di rupie d'argento che da Bombay in India erano dirette in Gran Bretagna.

L'incredibile recupero, di cui dà notizia il quotidiano parigino “Le Figaro”, risale al 2013 ma l'episodio finora non era stato divulgato. L'operazione è stata portata a termine dal gruppo Deep Ocean Search (Dos). Il mercantile affondò il 6 novembre del 1942 e nessuno scommetteva più sul fatto che potesse essere ritrovato. La Namibia, a nord del Sud Africa, di affaccia sull'Atlantico e alcune centinaia di chilometri al rago delle sue coste c'è - tanto per capirci - l'Isola di Sant'Elena dove fu esiliato Napoleone Bonaparte. Un posto sperduto nell'oceano.



Ma gli specialisti del Dos, tra cui molti ex della Marina Militare, facendo una enorme scommessa con se stessi e un altrettanto enorme investimento, erano convinti di poter arrivare al relitto. Operazione riuscita, secondo quanto racconta il giornale. Un robot si è spinto fino a 5.150 metri di profondità e, stando al resoconto, ha recuperato una ad una circa 2.100 casse piene di monete d'argento indiane con le effigie della regina Vittoria: denaro della corona britannica che il “City of Cairo”, in quel giorno di settantarè anni fa, stava trasportando in Inghilterra dall'India, la più grande tra le colonia d'oltremare dell'allora Impero Britannico.



Il fondatore della Deep Ocean Search, John Kingsford, lavorava al progetto dal 1984. C'erano da superare anche ostacoli di natura legale. Le monete, legalmente, sono ancora proprietà del Regno Unito e la Dos ha avviato le ricerche su larga scala solo dopo aver raggiunto un accordo con il governo britannico in base al quale una parte estremamente consistente del tesoro andrà a chi lo ha ritrovato. Una scommessa vinta, a quanto pare, che ha dell'incredibile.



«Mai - scrive Le Figarò - sie era arrivati a recuperare merce di navi naufragate a tali profondità». Tanto per fare un esempio, il Titanic, raggiunto alcuni anni fa al largo di Terranova nell'Atlantico settentrionale, giace a 3.800 metri. Furono recuperati solo pochi oggetti e con enormi difficoltà tecniche. Gli specialisti francesi hanno detto di aver usato un «sonar particolare» aggiungendo di aver utilizzato anche uno storico e le testimonianze degli ultimi superstiti del naufragio per «delimitare l'area delle ricerche». Le quali, alla fine, sono state “circoscritte” a un braccio di oceano di circa 3.600 chilometri quadrati. Alla fine, bingo, tesoro trovato, come nelle storie e nelle leggende dei pirati.



Il “City of Cairo", d'altronde, era già di per sé una delle leggende dei mari, per gli appassionati del genere. La nave fu inquadarta nel periscopio di un sottomarino tedesco durante la seconda guerra mondiale. Era, appunto, il 6 novembre del 1942. Il capitano e gli ufficiali dell u-boat, stando alle cronache dell'epoca, si convinsero che facesse parte della flotta militare e lanciò un siluro. C'era la guerra e non si andava troppo per il sottile. Il mercantile trasportava verso l'Inghilterra oltre 7 mila tonnellate di merce proveniente da Bombay. Inclusi duemila bauli di monete d'argento, probabilmente tasse raccolte in India e destinate ai forzieri della Banca d'Inghilterra. I rapporti militari raccontano che il comndante tedesco, resosi conto dello sbaglio, ordinò l'emersione è andò a scusarsi con i naufraghi che erano nelle scialuppe. A bordo del “City of Cairo” c'erano 302 persone. Sei morirono allo scoppio del siluro. Altre 104 annegarono nell'Atlantico prima dell'arrivo di due navi che avevano raccolto l'sos. Una delle scialuppe fu aiutata da un mercantile tedeso. Ma quest'ultimo, a sua volta, fu attaccato dagli Alleati e affondato. Una storia maledetta, insomma, tra fantasmi, tesori e leggende senza fine.
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