Raganello, Valentina e Carlo, i fidanzati romani travolti dalle acque: solo la morte li ha separati

Raganello, Valentina e Carlo, i fidanzati romani travolti dalle acque: solo la morte li ha separati
di Maria Lombardi e Camilla Mozzetti
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Mercoledì 22 Agosto 2018, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 13:34
La piena del Raganello li ha travolti: la furia dell'acqua ha spezzato l'abbraccio nel quale si tenevano, spaventati. Erano inseparabili da anni, Carlo Maurici, 35 anni, e Valentina Venditti, 34 anni, i fidanzati romani morti nella tragedia del parco nazionale del Pollino, in Calabria.

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Il torrente che si è ingrossato, complice il maltempo, non gli ha lasciato scampo. Le dita delle loro mani si sono tenute strette fin quando hanno potuto ma alla fine i loro corpi sono stati rinvenuti dai soccorritori a distanza di diversi chilometri.






Difficilissimo dare un nome a quei volti martoriati dalle pietre e dalla violenza dell'acqua. A Carlo è stata data un'identità grazie ai tanti tatuaggi che il ragazzo aveva sul corpo. Per Valentina è bastato lo zainetto e il documento di identità rinvenuto all'interno. Doveva essere la loro vacanza, in giro per il Sud Italia, a bordo di un camper preso a noleggio qualche settimana fa. Con moderazione, senza spese eccessive o troppi sfarzi anche perché a settembre si sarebbero dovuti rimettere alla ricerca dell'appartamento da acquistare insieme nel quartiere Pigneto, tra i più poliedrici della Capitale. Campania, Basilicata, Calabria e la Sicilia. Il loro viaggio si è interrotto a Civita.
Avevano fatto tappa lì per visitare le Gole del Raganello. E pazienza se il tempo lunedì era brutto, avevano deciso di andare lo stesso. Ma il nipote Damiano, 19 anni, in viaggio con loro aveva preferito restare in campeggio, non aveva voglia di rischiare la pioggia. Ha atteso invano il ritorno degli zii. «Se fosse andato con loro, adesso eravamo qui a piangere tre persone», Simonetta, la sorella di Valentina, parla a bassa voce dalla finestra del palazzo di via Pietro Rovetti, a Torpignattata, dove abitavano anche Carlo e Valentina, lei al terzo piano e loro due al secondo «Mio figlio ancora non sa niente, non riesco a dirglielo. Era così legato a Valentina e Carlo. Sto male, troppo male, non riesco a parlargli», e trattiene il pianto. È stata l'altra sorella, Daniela, madre di Damiano, a partire per la Calabria per il riconoscimento. Anche lei era in viaggio con la coppia di fidanzati, poi era dovuta rientrare a Roma prima del tempo e Damiano era rimasto con gli zii.

LE PASSIONI
Il viaggio al sud era quasi finito, dovevano tornare oggi. Alla loro vita, ancora incerta, sempre alla ricerca di nuovi scommesse. Volevano vivere d'arte, Carlo e Valentina, e avevano accettato i rischi e l'affanno dei pochi soldi per rincorrere la passione che li legava. Lei aveva lasciato il posto di receptionist in un hotel della Capitale per dedicarsi solo alla fotografia. Lui tatuatore e writer di professione la sosteneva nella sua nuova avventura. Valentina stava cercando di farsi un nome nel mondo underground della Capitale, fotografando cantanti e musicisti e privilegiando nei suoi racconti la street-art. L'ultimo suo reportage è stato a Baronissi per le opere di Rosk&Loste, il duo di writer siciliani che hanno realizzato a Palermo il murales dedicato a Falcone e Borsellino. Solo la furia del torrente li ha separati.
Maria Lombardi
Camilla Mozzetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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