L'ex ministro Rachida Dati: «Bloccare i siti web campo di addestramento dei terroristi, sanzioni ai giganti della Rete»

L'ex ministro Rachida Dati: «Bloccare i siti web campo di addestramento dei terroristi, sanzioni ai giganti della Rete»
di Maria Latella
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Sabato 21 Novembre 2015, 14:47 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 19:31
PARIGI Rachida Dati, europarlamentare del Partito Repubblicano guidato da Nicolas Sarkozy, prima donna nata in una famiglia musulmana a diventare ministro della Giustizia in Francia, ha le idee chiare su come rispondere al venerdì 13 che ha terrorizzato Parigi. Bombardare va bene, ma meglio la guerra di terra, tutti insieme, Europa, Usa, Russia, paesi del Golfo. E poi: basta consentire a Daesh di fare propaganda via web. «Basta con i campi di addestramento virtuale. Se i giganti della rete non vorranno assumersi le loro responsabilità, li sanzioneremo noi».

Ieri Rachida Dati è tornata a chiedere che il Parlamento europeo approvi l'European Passenger Name Record (Pnr), un sistema che consentirebbe lo scambio di dati su chi viaggia all'interno delle frontiere europee.











È una battaglia che l'ex ministro di Sarkozy intende portare avanti insieme all'europarlamentare della Csu Monika Hohlmeier, figlia del non dimenticato leader bavarese Franz Josef Strauss.



Finora non hanno avuto successo, per l'opposizione dei socialisti, inclusi quelli francesi. «Ma dopo venerdì 13, i miei colleghi socialisti e liberali continueranno a sacrificare la sicurezza dei nostri cittadini in nome dell'ideologia?».

Il presidente Hollande ha invocato unità tra i partiti. Con le elezioni regionali in arrivo, sarà difficile che Sarkozy e Marine Le Pen non attacchino il presidente. Mi sbaglio?



«François Hollande ha fatto un discorso di unità e di apertura alle proposte del mio partito. Quando eravamo noi a proporre quel che Hollande ha detto di voler fare ora, la sinistra ci contestava e negava il suo appoggio. Penso al ritiro della nazionalità francese a quanti, nati in Francia e provvisti di doppia nazionalità, siano condannati per terrorismo o attentato agli interessi nazionali. Finora, la nostra proposta non aveva ottenuto sostegno a sinistra, cosi come non l'aveva avuto la procedura di espulsione celere oggi approvata da Hollande. I francesi si aspettano che queste misure, per anni rifiutate dalla sinistra, siano adottate e applicate rapidamente».



La gente si chiede come sia possibile che i servizi segreti francesi siano stati colti di sorpresa.

«L'intelligence francese fa un lavoro eccezionale per sventare ed evitare attentati. Oggi il profilo e le scelte di questi terroristi impongono di rivedere la nostra legislazione e rifondare il nostro sistema di sicurezza. C'è bisogno di aggiornare i metodi della nostra intelligence e rendere obbligatoria la cooperazione tra i servizi segreti europei, ma anche con quella dei Paesi terzi. I terroristi approfittano della nostra mancata cooperazione, delle falle nella nostra legislazione e nel sistema giudiziario. Ricorda cosa è successo con l'Eta? È stato sradicato il giorno in cui i servizi di intelligence e la giustizia francese e spagnola hanno cominciato a lavorare insieme e a scambiarsi le informazioni.



Possiamo creare un database delle persone segnalate, sorvegliate o considerate “sensibili”. Questo ci consentirebbe di inquadrare meglio le loro azioni e i loro movimenti. Bisogna adottare subito il Pnr europeo e introdurre controlli sistematici alle frontiere esterne all'Unione europea per evitare l'intrusione di soggetti pericolosi, sia europei che stranieri».



Siamo in guerra, ha detto Hollande. E ha subito disposto il bombardamento di Raqqua, Ma forse la gente vorrebbe sentirsi più sicura a Parigi. Da dove cominciare per vincere la guerra contro l'Isis?

«Insieme alle misure di sicurezza interna ed europea di cui le dicevo prima, esiste il dovere dell'azione e della reazione in Siria per sradicare il Daesh. Niente sarà in regola se non si regola la situazione siriana. Ci vuole, e presto, una coalizione con l'Europa, la Russia, gli Stati Uniti, i paesi del Golfo per agire in Siria. Se i Paesi di quell'aerea non si faranno coinvolgere, il Daesh progredirà. Bombardare va bene, ma l'azione di terra sarà ancora più efficace. Penso che la prima tappa sarà una coalizione terrestre composta dai Paesi del Golfo, dall'Iran e dalla Russia. Lottare contro il terrorismo è lottare contro il suo finanziamento. L'accordo stabilito tra Usa e Ue sulla tracciabilità dei finanziamenti al terrorismo è un buon esempio e anche noi dovremo dotarci di uno strumento simile».



Lei è nata in una famiglia mussulmana. Suo padre è marocchino, sua madre algerina. Conosce bene quel che pensano i ragazzi delle banlieu.

«Diventano estremisti con Internet o con la galera. Per questo è urgente assumere misure per cui la rete non sia più un vettore di propaganda. I giganti del web non possono più sottrarsi alla loro responsabilità perché sui siti jihadisti la propaganda si fa con i video in stile quasi hollywoodiano, con messaggi che promettono di raggiungere il paradiso e vivere una vita da eroi. Che facciamo? Lasciamo prosperare questi campi di addestramento virtuale? Io dico di no. Se i giganti della rete non vorranno assumersi le loro responsabilità, instaureremo una responsabilità penale e delle sanzioni a loro carico.



Proprio per prevenire la radicalizzazione e il recrutamento via web di cittadini europei ad opera delle organizzazioni terroristiche, ho fatto votare nella commissione del Parlamento europeo una norma sulla responsabilità penale dei giganti della rete».