Quattordicenne si suicida nel bagno della scuola: da anni era vittima di bullismo

Quattordicenne si suicida nel bagno della scuola: da anni era vittima di bullismo
di Federica Macagnone
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Sabato 13 Settembre 2014, 17:09 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 17:04
Dopo anni di sofferenza a causa di alcuni bulli che lo prendevano in giro e lo picchiavano, ha deciso di farla finita.



Si è suicidato in un bagno della sua scuola, la Greenwood Lakes Middle School, a Orlando, in Florida, la stessa in cui regolarmente doveva difendersi. Un luogo di formazione e crescita divenuta una prigione dalla quale gli sembrava impossibile scappare. Quattordici anni, una vita davanti e una montagna di sogni che si sono disintegrati sotto il peso della cattiveria umana.



Il ragazzo era andato a scuola mercoledì scorso. Alle 17 la madre era andato a prenderlo ma di lui si erano perse le tracce. Quattro ore di ricerche nell'istituto e nel quartiere fino a quando è stata fatta la tragica scoperta: il giovane, di cui non è stato rilasciato il nome, era riverso a terra in uno dei bagni della scuola. Aveva deciso di porre fine alle sue sofferenze con un colpo di pistola alla testa. E per farlo aveva prelevato furtivamente da casa l'arma del padre.



Appena una settimana fa era stato messo in punizione per essersi difeso dell'ennesimo attacco da parte di alcuni bulli che lo avevano preso di mira. Da qualche anno la famiglia si era trasferita da New York in Florida: il padre pensava che fosse un posto dove suo figlio poteva essere più tutelato. Da piccolo aveva avuto una serie di complicazioni di salute e questo lo rendeva maggiormente soggetto all'attacco di ragazzini senza cuore.



Il padre, Lamar Hawkins Sr., ha raccontato che da tempo il figlio era stato preso di mira. L'avvocato della famiglia, Matt Morgan, ha detto che la scuola era stata avvertita di questi attacchi ma le grida di aiuto del ragazzo non sono mai state ascoltate. «Ho parlato con il personale scolastico un paio di volte – ha detto il padre - ho chiesto di fare di tutto per fermare questi bulli. È troppo tardi. La mia più grande paura è ora realtà».



Lo sceriffo, tuttavia, ha dichiarato che nessuna denuncia era stata fatta alle autorità e adesso si muoverà per verificare se nei registri scolastici c'è traccia delle segnalazioni. «Stiamo esaminando tutte le possibilità. Stiamo prendendo in considerazione tutto ciò che può aver portato a questa tragedia» ha detto l'ufficiale Kim Cannaday.



«Il bullismo è diventato un'epidemia nel nostro paese – ha concluso l'avvocato Morgan - deve essere riconosciuto come un problema e si deve agire di conseguenza».