Via le sanzioni, «dannose» non solo per Mosca: i primi a non gradirle sono gli «imprenditori italiani», che perdono «un miliardo di euro da contratti già siglati».
Il messaggio che il presidente russo Vladimir Putin porta a Matteo Renzi, visitando l'Expo di Milano, è chiaro: andare avanti così non conviene a nessuno, «le sanzioni vanno eliminate». E l'unica strada per uscire dalla crisi è «applicare gli accordi di Minsk» sull'Ucraina, principio condiviso - assicura Renzi - con il presidente russo.
Quel protocollo detto 'Minsk 2' che il premier definisce «la bussola di tutti gli sforzi» e che è stato al centro anche dell'incontro con il papa e con il capo dello Stato Sergio Mattarella.
Ieri lo 'zar' si è presentato all'Expo un'ora dopo il timing fissato, 70 minuti di ritardo anche all'incontro con il papa in Vaticano. Nel pomeriggio romano c'è anche l'incontro con Mattarella e poi, in serata, il saluto in aeroporto con «l'amico» Berlusconi. Anche in conferenza stampa lo 'zar' non ha risparmiato sferzate, all'indomani del vertice dei grandi di Elmau che lo ha tagliato fuori: «La relazione della Russia con il G7? Semplicemente non c'è nessuna relazione».
La «catastrofe» Libia? «Conseguenza dell'intervento militare del 2011», la Russia «voleva risolvere pacificamente il conflitto». Quello che resta indubbio è il forte rapporto con l'Italia, «grande partner» di Mosca. Chi ha partecipato all'incontro parla di clima «positivo» e costruttivo. E per dimostrare il legame tra i due paesi in conferenza stampa, Putin ha snocciolato numeri: «Ci sono oltre 400 aziende italiane in Russia e questo rappresenta oltre un miliardo di scambi commerciali, mentre i nostri investimenti in Italia sono del valore di 2-3 miliardi di euro». Un rapporto forte e privilegiato, «che dura da più di 500 anni», e che le sanzioni, è tornato ad avvertire Putin, danneggiano: «L'Italia è il quarto partner commerciale della Russia. Ma recentemente gli scambi si sono ridotti del 10 per cento e nell'ultimo trimestre sono scesi del 25 per cento. È una situazione non soddisfacente per i russi, ma io credo anche per l'Italia».
Ma al centro della visita di Putin non ci sono solo i rapporti bilaterali. Sui quali il premier ha scherzato parlando dei mondiali 2016 che potrebbero aprire «una crisi diplomatica» perchè, ha detto, «vogliamo vincere noi». Poi però i toni sono tornati seri sul fronte dei tanti dossier internazionali aperti. Perchè, come ha sottolineato Renzi, «è una verità oggettiva dire che noi abbiamo necessità che la Russia sia in prima fila con Ue e Usa per affrontare le minacce globali».
La strada per «togliere dal tavolo l'unico elemento di divergenza con Mosca» è «accettare e aderire al protocollo di Minsk 2», perchè per il resto, su altri dossier «c'è profonda convergenza». Renzi cita più volte Minsk 2, l'impegno è comune e, secondo quanto si apprende, c'è la volontà di andare avanti sul percorso tracciato dal protocollo. E anche da Berlino, la portavoce della Merkel, rispondendo ad una domanda sul faccia a faccia di Milano, commenta: «Ogni colloquio che possa portare ad una de-escalation in Ucraina e all'applicazione degli accordi di Minsk è visto positivamente». Tema affrontato anche nell'incontro con Francesco: «Occorre impegnarsi in un sincero e grande sforzo per realizzare la pace« in Ucraina, ha detto il papa chiedendo che »tutte le parti si impegnino per attuare gli accordi di Minsk« e affrontare »la grave crisi umanitaria».