Haiti, il presidente dedica una canzone a una giornalista che lo aveva criticato: «Datele una banana»

Michel Martelly, presidente di Haiti ed ex popstar del paese che ha dedicato a una giornalista che lo criticava la canzone "Datele una banana"
di Giulia Aubry
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Mercoledì 3 Febbraio 2016, 19:47 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 10:04
Stanchi di leggere insulti e polemiche da, tra e a personaggi del mondo dello spettacolo, della politica e dello sport nel nostro paese? Se i presunti "finocchi" di Sarri, il dito medio di Mancini, gli insulti sessisti alla Meloni, le digressioni "creative" di Tavecchio, gli abbinamenti di cattivo gusto di Gasparri (e chi più ne ha più ne metta) vi sono sembrati volgari e denigratori, allora non avete ancora conosciuto Michel Martelly.

Nonostante il nome sembri una pessima traduzione di Michele Martelli, non ci troviamo di fronte a un personaggio italiano, neanche di lontana origine. L'unica cosa che di questo cinquantacinquenne haitiano, musicista, compositore e manager e, dal 2011, presidente dello sfortunato paese caraibico condivide con una certa parte del nostro paese, è il gusto per le allusioni sessuali e gli epiteti razzisti. La sua ultima performance, che unisce politica e musica (entrambe a non altissimi livelli, verrebbe da dire), è una canzone, scritta da lui (con lo pseudonimo di Sweet Micki) e diffusa su tutti i social e radio locali, dal titolo "Bal Bannann Nan" - in creolo "Datele la banana" - dedicata (si fa per dire) a una giornalista haitiana attivista per i diritti umani e oppositrice al governo di Martelly. Secondo il quotidiano statunitense New York Post, il riferimento sessuale, anche nel testo, sarebbe più che esplicito. Ma per non far torto a nessuno Martelly, nella stessa canzone, accuserebbe un altro giornalista - stavolta un uomo - di usare una crema per il viso per diventare una "bella ragazza". Al sessismo etero non può non accompagnarsi l'insulto omofobo, specie negli ultimi anni.

Martelly non è nuovo a comportamenti un po' "particolari". La sua stessa storia, come si legge su diversi siti, appare particolarmente controversa. L'appoggio al governo militare precedente, conosciuto nel mondo come "la squadra degli assassini". L'espulsione dall'accademia militare per aver messo incinta la figlia di un generale. Diversi matrimoni e fughe negli Stati Uniti dove, prima di tornare in patria e darsi alla musica, lavorava come muratore. E una certa ossessione per il sesso. Evidentemente condivisa da molti abitanti di Haiti, visto che solo nel primo giorno la canzone "carnevalesca" è stata ascoltata oltre 117.000 volte e scelta per partecipare a un festival che si terrà a breve.
«Mi viene da vomitare pensando che una donna possa ascoltare una canzone che denigra un'altra donna. la nstra più famosa attivista per i diritti umani», ha scritto in un tweet Chantal Elie, un'analista politica che in passato aveva lavorato per il governo di Martelly. Un po' come succede a molti di noi leggendo la cronaca (e soprattutto i commenti sui social) in questi giorni. Decisamente l'Italia non è sola. Ma la cosa non ci consola affatto.


 
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