Datagate, Panorama: «Intercettati Vaticano e Papa». Nsa: «Notizie false»

Datagate, Panorama: «Intercettati Vaticano e Papa». Nsa: «Notizie false»
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Mercoledì 30 Ottobre 2013, 12:53 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 12:43

La Nsa non ha mai avuto come obiettivo il Vaticano e le notizie riportate dalla stampa italiana non sono vere. Lo ha detto la portavoce dell'agenzia federale di intelligence, smentendo le esclusive rivelazioni pubblicate sull'ultimo numero di Panorama.

«Il Vaticano non è un obiettivo» delle attività della National Security Agency, ha affermato in un comunicato la portavoce dell'Agenzia, Vanee Vines, aggiungendo che «le affermazioni secondo cui il Vaticano è stato un obiettivo della Nsa, pubblicate dal settimanale italiano Panorama, non sono vere».

La National security agency ha intercettato anche il Papa, si legge sul settimanale Mondadori in edicola. Nelle 46 milioni di telefonate tracciate dagli Usa in Italia, tra il 10 dicembre 2012 e l'8 gennaio 2013, ci sarebbero anche quelle da e per il Vaticano. E si teme che siano state captate le conversazioni fin sulla soglia del Conclave.

Tra le telefonate intercettate, secondo l'anticipazione data da Panorama, ci sarebbero anche quelle in entrata e in uscita dalla Domus Internationalis Paolo VI a Roma, dove risiedeva il cardinale Jorge Mario Bergoglio insieme con altri ecclesiastici. Panorama rivela infatti che esiste il sospetto che anche le conversazioni del futuro pontefice possano essere state monitorate. D'altronde Bergoglio fin dal 2005 era stato messo sotto la lente dell'intelligence Usa come svelato dai rapporti di Wikileaks.

Secondo quanto risulta al settimanale, le telefonate in entrata e in uscita dal Vaticano e quelle sulle utenze italiane di vescovi e cardinali, captate e tracciate dalla Nsa sono state classificate secondo quattro categorie: Leadership intentions, Threats to financial system, Foreign Policy Objectives, Human Rights. C'è il sospetto perciò che siano state oggetto di monitoraggio anche le chiamate relative alla scelta del nuovo presidente dello Ior, il tedesco Ernst von Freyberg.

Il Vaticano non conferma. «Non ci risulta nulla su questo tema e in ogni caso non abbiamo alcuna preoccupazione in merito». Lo ha replicato padre Federico Lombardi interpellato dai giornalisti a proposito dell'anticipazione di Panorama sulle presunte intercettazioni della Nsa che avrebbero riguardato anche il conclave dello scorso marzo.

Anche all'ambasciata americana a Roma esisterebbe una cellula Nsa-Cia che avrebbe spiato e forse spia ancora i politici italiani. Afferma sempre Panorama, citando un documento del 2010 dell'archivio di Edward Snowden. La Nsa analizzerebbe il traffico voci e dati, intercettando i cellulari delle autorità e seguendo i flussi finanziari. La Cia prenderebbe contatto con i gestori dei sistemi di comunicazione, amministratori di database, banchieri e ingegneri che gestiscono i siti più riservati.

Intanto, nella settimana che parte lunedì 11 novembre, si terrà l'informativa del presidente del Consiglio sul Datagate, comunque dopo la convocazione del Copasir in materia. È quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

Durante la conferenza il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha assicurato - secondo quanto viene riferito - che appena ci sarà la convocazione del Copasir questo verrà comunicato in modo da fissare immediatamente la data dell'informativa.

Il caso Francia. Sarebbe stata la stessa Francia a fornire i dati degli utenti francesi alla Nsa, la National Security Agency americana, sulla base di un accordo segreto 'di amicizia' per lo scambio delle informazioni: è quanto scrive oggi il quotidiano Le Monde, secondo cui gli Usa avrebbero concluso una simile intesa anche con l'Italia.

In particolare, secondo Le Monde, l'intelligence transalpina (Dgse) avrebbe concluso, da fine 2011, «un protocollo di scambio dati con gli Usa.

Le informazioni provenienti dall'Africa e dall'Afghanistan - precisa il giornale - transiterebbero attraverso cavi sottomarini via Marsiglia e la Bretagna: un'occasione per la Dgse di intercettarle e stoccarle». Secondo Le Monde, questo sistema di «baratto» con Washington è in vigore da fine 2011 o inizio 2012. Le informazioni vengono inviate in blocco, «senza una selezione a monte». «Si tratta di dati che riguardano sia i cittadini francesi che ricevono comunicazioni da queste zone geografiche sia di stranieri che utilizzano questi canali», spiega ancora il giornale francese, aggiungendo che Parigi non avrebbe agito da sola, ma farebbe parte di un'intesa 'amichevolè con Washington, insieme a Paesi come Italia, Israele e Svezia. Per Le Monde, infatti, proprio come in Francia, «cavi sottomarini strategici per gli americani» convergono anche verso questi tre Paesi. «Dal 2011 - sintetizza il giornale - una nuova redistribuzione delle carte della cooperazione in materia di intelligence si è così realizzata basandosi sull'unico fondamento di questa geografia sottomarina».

Intanto dalle analisi effettuate finora sui gadget russi dati ai leader del G20 non risultano particolari minacce. Lo ha detto un portavoce della Commissione europea Frederick Vincent precisando che le analisi sono ancora in corso e che si tratta di una procedura standard dopo una missione in un paese terzo.

Presunto spionaggio in Spagna. Sul caso Datagate, il premier Mariano Rajoy ha annunciato oggi che il direttore del Centro nacional de Inteligencia (Cni), Felix Sanz Roldan, riferirà davanti la commissione segreti ufficiali del Parlamento per dare conto del presunto spionaggio in Spagna da parte dell'Agenzia di Sicurezza Nazionale nordamericana (Nsa). L'esecutivo spagnolo «prende molto sul serio» le informazioni apparse sui media «sulle possibili attività in Spagna» dell'agenzia Nsa, ha detto il premier alla Camera Bassa.

Rajoy ha ricordato di aver dato ordine di convocare l'ambasciatore degli Stati Uniti in Spagna, James Costos, al quale lunedì il governo ha trasmesso «inquietudine» per le informazioni pubblicate, che «segnalano atti che, se confermati, risulterebbero inappropriati e inaccettabili fra paesi soci ed amici». Un'inquietudine «condivisa» dal resto dei paesi dell'Unione Europea. Per questo, ha sottolineato il premier, il Consiglio Europeo di Bruxelles ha incluso un allegato alle sue conclusioni, in cui si fa un appello a lavorare con gli Stati Uniti per assicurare che le relazioni «si basano sul rispetto e la fiducia reciproca».

Il caso tedesco. Il capo del servizi esterni tedeschi (Bnd), Gerhard Schindler, ha smentito, come asserito dal collega americano James Clapper, che anche la Germania, dall'ambasciata tedesca a Washington, abbia spiato gli Stati Uniti. Dall'ambasciata tedesca a Washington non viene svolta attività di spionaggio, ha detto oggi Schindler all'edizione online del settimanale Die Zeit.

Secondo il Wahsington Post, che cita funzionari Usa, lo spionaggio tedesco avrebbe intercettato nel 2008 le comunicazioni di almeno 300 cittadini americani o di residenti negli Usa. Dopo le roventi critiche dall'Europa, seguite fra l'altro alle indiscrezioni sullo spionaggio del cellulare della cancelliera Angela Merkel, i responsabili Usa starebbero passando, stando alla Zeit, alla controffensiva. Clapper, direttore dei servizi Dni e il direttore della Nsa, Keith Alexander, avevano dichiarato ieri al Congresso che i paesi «alleati» pure spiano. Clapper ha difeso le attività di spionaggio dei leader stranieri ma non ha confermato che anche la Merkel sia stata spiata. Stando a Alexander, i servizi europei avrebbero raccolto milioni di telefonate.

La Cina rafforzerà le misure di sicurezza dopo le accuse rivolte alla National Security Agency americana, che avrebbe ascoltato le conversazioni di leader politici e militari mondiali. «Come molti altri Paesi, anche noi stiamo seguendo con attenzione queste notizie», ha affermato oggi la portavoce del ministero degli esteri Hua Chunying, aggiungendo che la Cina«è preoccupata» per le notizie sull' attività dell' Nsa e «prenderà le misure necessarie per la sicurezza delle proprie comunicazioni».

La stessa Cina è stata accusata in passato di fare massiccio uso delle tecniche di spionaggio informatico, tra gli altri proprio dagli Stati Uniti. Pechino ha respinto le accuse, affermando di essere una vittima degli «hacker» che spiano le comunicazioni riservate.

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