Panama Papers, spuntano altri 100 nomi: Galliani, Briatore, Berlusconi e un Barilla

Panama Papers, spuntano altri 100 nomi: Galliani, Briatore, Berlusconi e un Barilla
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Giovedì 14 Aprile 2016, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 16:29

«Emanuela Barilla, Adriano Galliani, il miliardario Stefano Pessina. E poi società riconducibili a Silvio Berlusconi e Flavio Briatore». Sono alcuni degli altri 100 nomi di imprenditori italiani che spuntano dai documenti riservati dello studio Mossack Fonseca e che domani saranno pubblicati dall'Espresso.

Nel nuovo articolo sui Panama Papers il settimanale anticipa che rivelerà una seconda lista di italiani con i soldi offshore. «Sono 100 in tutto, imprenditori, professionisti, manager di ogni parte d'Italia», scrive il caporedattore del settimanale Vittorio Malagutti. «Tra le carte panamensi emerge tra l'altro il nome della Sport Image international delle Isole Vergini britanniche, una società della galassia di Silvio Berlusconi che una ventina di anni fa finì al centro di un'indagine giudiziaria per i pagamenti in nero ad alcuni calciatori del Milan, da Ruud Gullit e Marco Van Basten», spiega.

«Come amministratori della Sport Image, fondata nel 1989, sono indicati Adriano Galliani e altri due manager a quell'epoca targati Fininvest: Giancarlo Foscale e Livio Gironi. Struie invece, è una cassaforte, anche questa creata da Mossack Fonseca, di cui si sono serviti sia il leader di Forza Italia sia Flavio Briatore (benchè i loro nomi non compaiano direttamente nelle carte panamensi). A metterla a loro disposizione fu l'avvocato britannico David Mills, creatore del sistema offshore da 775 milioni di euro per conto del capo della Fininvest».

L'Espresso «ha ricostruito anche gli affari offshore di altri personaggi molto conosciuti dell'economia come Emanuela Barilla, azionista del gruppo del Mulino Bianco insieme ai fratelli Guido, Luca e Paolo. Dalle carte di Mossack Fonseca risulta che Emanuela Barilla ha costituito nel 2014 una offshore con sede alle Isole Vergini Britanniche, la Jamers international». I Panama Papers, aggiunge Malagutta, rivelano anche che Stefano Pessina, manager dell'industria farmaceutica mondiale, «insieme alla compagna Ornella Barra, controlla una offshore con un'insegna quantomeno originale. Si chiama Farniente holding». 

«Flavio Briatore, cittadino iscritto all'A.I.R.E. da oltre 30 anni, opera legittimamente con Società in tutto il mondo che pagano le tasse nei Paesi in cui gestiscono gli affari», spiega una nota dell'imprenditore a commento delle indiscrezioni stampa. «La documentazione della Società Struie è stata fornita spontaneamente alla Procura di Milano fin dal 2005, che ne aveva necessità nella indagine Mills. Ovviamente alcuna censura è stata mossa, nè fiscale nè personale per Briatore ed il Trust di cui è beneficiario, attesa la legittimità della operatività della Società».


Stefano Pessina e Ornella Barra precisano che la società menzionata (‘Farniente Holding’) è parte della struttura societaria relativa al loro patrimonio familiare, è infatti proprietaria della loro abitazione principale (situata nel Principato di Monaco). La società è stata costituita e opera da sempre nella più completa legalità e trasparenza, e la sua riferibilità al patrimonio personale è sempre stata palesata e nota alle autorità competenti.

La questione, inoltre, non ha alcuna rilevanza sul piano fiscale in Italia né altrove, poiché Stefano Pessina e Ornella Barra sono cittadini del Principato di Monaco e lì residenti da decenni.

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