Pakistan, strage su un pullman di sciiti: i talebani uccidono 43 persone, 16 sono donne

Pakistan, strage su un pullman di sciiti: i talebani uccidono 43 persone, 16 sono donne
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Mercoledì 13 Maggio 2015, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 21:11
Oltre quaranta persone sono state uccise oggi in un attentato contro un autobus a Karachi, nel sud del Pakistan. Le vittime appartengono alla minoranza sciita.

L'autobus è stato attaccato da un commando di militanti nell'area di Safoora Chowk. A bordo del mezzo c'erano dalle 50 alle 60 persone appartenenti alla piccola setta degli ismaeliti. Erano diretti in una moschea. Gli assalitori, giunti con motociclette, sono saliti a bordo del bus e hanno aperto il fuoco contro i passeggeri, secondo quanto riferito dal commissario di polizia Nadim Ahmad Khan. Tra le vittime ci sono 16 donne.



I talebani del principale gruppo armato pachistano del Tehrik-e-Taleban Pakistan (Ttp) hanno rivendicato l'attentato contro il bus di sciiti. Lo riportano i media locali. Il bilancio è intanto salito a 43 morti e 13 feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni.



Il gruppo Jundullah (letteralmente, 'Soldati di Allah'), che ha rivendicato l'attacco a Karachi contro la minoranza sciita, è una formazione nata da una scissione dal movimento dei Talebani del Pakistan (Ttp), sorto nel 2007 dall'unione di varie milizie tribali.
Lo scorso novembre Jundullah ha annunciato il suo sostegno al sedicente Stato Islamico (Is). Nel settembre del 2013 Jundullah rivendicò l'attacco compiuto da due attentatori suicidi in una chiesa di Peshawar, una strage costata la vita a 78 persone. «Continueremo a colpire gli infedeli», ha minacciato oggi il gruppo dopo l'attacco a Karachi, megalopoli da 20 milioni di abitanti, spesso teatro di violenze confessionali e politiche.




Gli ismaeliti sono una piccola comunità di fede sciita che hanno come leader spirituale il principe Karim Aga Khan IV. La maggioranza di loro vive nelle vallate himalayane della provincia di Gilgit Baltistan, verso il confine con la Cina e, in parte, anche nella metropoli di Karachi.
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