La vicenda risale al 18 aprile 2015. Quella notte Emiliya perse letteralmente la testa al termine di uno dei suoi massacranti turni di 24 ore in ospedale. Il pianto incessante del piccolo Nikol, come dice lei, le era "entrato nel cervello e svegliava tutti gli altri neonati". Lei, stressata e stanchissima, dopo aver tentato inutilmente di calmarlo cominciò a scuoterlo e a prenderlo a pugni, come se fosse impazzita, provocandogli varie lesioni e un coagulo di sangue alla testa di 24 centimetri: secondo i medici è un miracolo che il bimbo sia sopravvissuto. Smascherata dalle telecamere di sicurezza che avevano ripreso la scena, Emiliya fu arrestata e condannata.
Quando sembrava che la vicenda si fosse conclusa, però, la nuova sconfortante notizia. Ora che ha tre anni, infatti, Nikol sta cominciando a pagare le conseguenze di quella notte infernale: è stato colpito da una grave forma di epilessia che, secondo i medici, è una conseguenza diretta dell'attacco violento sferrato dall'ostetrica. Emiliya, che negli ultimi mesi aveva invano chiesto un allentamento dei termini cautelari, piange e si dispera: non solo non otterrà sconti, ma rischia di subìre inasprimenti di pena. Tutto per un momento di follia in cui ha rovinato la vita di un bambino senza pensare alle conseguenze.
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