L'Olanda nega l'atterraggio al volo del ministro turco. Erdogan: nazisti

Mevlut Cavusoglu
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Sabato 11 Marzo 2017, 12:16 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 16:24
La tensione tra Turchia ed Europa risale alle stelle. Con una decisione secondo i media olandesi mai presa, almeno nel dopoguerra, l'Olanda ha vietato il diritto di atterraggio al volo di Stato del ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, atteso a Rotterdam per un comizio per cercare i consensi dei turchi residenti all'estero in vista del voto al referendum del prossimo 16 aprile.

Secondo il governo de L'Aja, non c'erano le condizioni per garantire la sicurezza perché i turchi avevano convocato una grande manifestazione. Immediata la reazione del presidente Recep Tayyip Erdogan che, minacciando conseguenze, ha definito gli olandesi «residui nazisti e fascisti». Per il premier Mark Rutte, in piena campagna elettorale anche lui per le politiche di mercoledì prossimo, si tratta di «affermazioni folli». Anche la Ue è stata allertata, dall'Olanda, ed è in contatto con le due capitali, sperando che l'incidente, pur sempre tra due alleati della Nato, si risolva al più presto in maniera bilaterale.

È già la terza crisi diplomatica, in Europa, provocata dalla consultazione in programma il 16 aprile in Turchia che darà ad Erdogan il presidenzialismo al quale anela da anni. A fine febbraio, l'Austria aveva definito «inopportuna» una visita di Erdogan, se finalizzata alla sua campagna. Le era stato risposto di non intromettersi in questioni non sue. Una settimana fa la Germania ha cancellato due degli appuntamenti pre-elettorali che la diplomazia turca sta organizzando per cercare i consensi dei residenti all'estero. Già allora, la reazione di Ankara era stata durissima: «La Germania continua a praticare il nazismo, non fa parlare i nostri amici», aveva attaccato il presidente. Indignato, il governo tedesco ha definito inaccettabili le accuse.

È toccato ora all'Olanda confrontarsi con le provocazioni della Turchia. Il governo di Rutte aveva dato l'ok alle
manifestazioni e ai comizi, purché fossero contenute e possibilmente al chiuso, magari in ambasciata o al consolato.
Per questioni di ordine pubblico, perché sarebbe stato molto rischioso radunare grandi folle di musulmani nella settimana di campagna elettorale giocata molto anche sullo scontro con l'Islam a causa del leader islamofobo Geert Wilders. Il quale aveva già manifestato davanti all'ambasciata turca qualche giorno fa, proprio chiedendo di fermare la propaganda pro-Erdogan. Ma, stando al comunicato dell'Aja, i turchi non hanno accettato le condizioni e hanno fatto ugualmente partire il ministro degli Esteri alla volta dell'Olanda, pur sapendo che la questione era ancora aperta. A quel punto, ha spiegato il premier Rutte, la decisione di bloccare il suo atterraggio è stata inevitabile «per preservare l'ordine pubblico».

Soddisfatto Wilders, che si è preso il merito della decisione del governo. Convinto fino in fondo anche Rutte, che da giorni prova a inseguire la retorica nazionalista, seppur in scala fortemente ridotta: «Non è giusto per il ministro turco fare campagna elettorale in Olanda tra cittadini olandesi. Certo alcuni possono avere passaporto turco, ma prima di tutto sono olandesi». Cavusoglu è atteso domani a Metz, nell'est della Francia, dove le autorità locali non hanno intenzione di ostacolarlo, non vedendo minacce per l'ordine pubblico.

In serata, a gettare altra benzina sul fuoco, è stata bloccata nei pressi di Rotterdam dalla polizia olandese anche la
ministra turca della Famiglia Fatma Betl Sayan Kay.
Dopo che all'aereo del collega degli Esteri era stato negato il permesso di atterrare infatti, la ministra aveva annunciato su Twitter  l'intenzione di raggiungere «via terra» dalla Germania le città nelle quali avrebbe dovuto tenere dei comizi davanti alla comunità turca.


 
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