«Senza voler spaventare nessuno, possiamo dire che è possibile che ci siano aggregati di magma disseminati sotto la crosta», ha osservato il coordinatore della ricerca, Lower Hutt. I ricercatori hanno utilizzato i dati di Envisat, in pensione dal 2013, per studiare la zona vulcanica intorno al lago Taupo, nell'Isola del Nord della Nuova Zelanda. È un'area interessante dal punto di vista geologico, che nell'ultimo milione e mezzo di anni è stata colpita da 25 enormi eruzioni. Ad attirare l'attenzione degli studiosi è stato il fatto che dopo l'eruzione più recente, del 2013, il magma sprofondava ovunque tranne che nella zona più settentrionale della Bay of Plenty.
Approfondendo le ricerche su quell'area, è emerso che lì il suolo continuava a sollevarsi fin dagli anni '50 al ritmo di 5 millimetri l'anno.
Solo intorno al 2005 il ritmo è più che raddoppiato, fino a 12 millimetri l'anno, per poi tornare a ridursi. Si calcola che a generare questa spinta dal sottosuolo siano circa 9 milioni di metri cubi di magma, ossia l'equivalente di 3.600 piscine olimpioniche, e che la roccia fusa sia raccolta in una camera magmatica a 10 chilometri di profondità. Non è ancora chiaro, hanno osservato i geologi, se questo vulcano nascosto costituisca un rischio, ma rilevano che nella zona non è stata osservata finora un'ulteriore attività vulcanica.
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