Niente maggioranza, paralisi in Irlanda: bocciati i partiti di governo e l'austerità

Niente maggioranza, paralisi in Irlanda: bocciati i partiti di governo e l'austerità
di Cristina Marconi
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Domenica 28 Febbraio 2016, 10:25 - Ultimo aggiornamento: 29 Febbraio, 08:42
LONDRA - Lunghi negoziati dall'esito incerto, parlamento senza maggioranza, ‘Grosse Koalition' o nuove elezioni a stretto giro. L'unico punto fermo del frammentatissimo risultato del voto di venerdì in Irlanda è che i 3,2 milioni di elettori dell'isola hanno detto basta all'austerità, punendo i due partiti al governo dal 2011, ossia Fine Gael, che avrebbe perso 20 seggi pur rimanendo il principale partito con il 26% dei voti, e il Labour, passato da 33 seggi a meno di 10 secondo i primi exit polls. E tornando a premiare invece il Fianna Fail, formazione di centro-destra che aveva guidato il paese nei 14 anni precedenti la gravissima crisi finanziaria che ha messo l'ex Tigre Celtica in ginocchio, i piccoli partiti anti-tagli come People Before Profit, le persone prima del profitto, e lo Sinn Fein, ex braccio politico dell'Ira, l'esercito repubblicano irlandese, che dopo un lungo percorso di riposizionamento è riuscito a guadagnarsi la fama di partito attento al sociale e molto attivo contro le politiche di austerità.
Con circa 40 seggi e il 23% dei voti, Fianna Fail potrebbe considerare la possibilità di una coalizione con il rivale storico, il liberale Fine Gael per avvicinarsi agli 80 seggi necessari per una maggioranza, il che rappresenterebbe un passo in avanti per un paese in cui la memoria della guerra civile è ancora viva.

LE REAZIONI
«Qualunque soluzione si delinei deve essere coerente», ha commentato il leader di FF Micheál Martin a chi gli chiedeva se terrà fede alla sua promessa elettorale di non fare coalizioni con Fine Gael, aggiungendo: «Penso che ci sarà una significativa porzione di centro eletto e che questo potrebbe influire sul tipo di governo che verrà formato». I due partiti, entrambi di centro-destra, si sono alternati al potere per più di 80 anni, hanno sempre avuto una accesissima rivalità e una loro alleanza creerebbe una netta divisione tra la destra e la sinistra, scenario senza precedenti in cui un partito come lo Sinn Fein, con il suo 16% circa dei voti, potrebbe finire col guidare l'opposizione, ottenendo un riconoscimento e un margine di crescita ulteriore impensabili fino a qualche anno fa. Sebbene i suoi dirigenti definiscano una coalizione tra Fianna Fail e Fine Gael uno «scenario da incubo», in realtà si tratterebbe di una grandissima opportunità per il partito presieduto da Gerry Adams, figura di primo piano nel processo di pace del paese dalla fine degli anni '80 ma anche personaggio da sempre inseguito dalle voci di un suo coinvolgimento con l'Ira. In una campagna elettorale tutta incentrata sui temi economici, l'incapacità di Fine Gael e Fianna Fail di formare un governo potrebbe però danneggiare ulteriormente i due partiti, da cui gli elettori si aspettano soprattutto stabilità e un ritorno al benessere economico della Tigre Celtica, interrotto bruscamente.

LE IPOTESI
Quello in corso è un piccolo “terremoto” secondo i commentatori politici, che non escludono che si debba tornare presto alle urne alla ricerca di un risultato più netto che non condanni il paese all'ingovernabilità in un momento molto delicato, in cui l'economia è tornata a correre del 7% all'anno senza però che i benefici siano arrivati alle fasce sociali più deboli e a chi ha risentito maggiormente della gravissima crisi. Gli stessi risultati definitivi del voto di venerdì scorso per il rinnovo di 157 su 158 seggi al Dáil, il parlamento irlandese, dove il presidente viene automaticamente rieletto, potrebbero non arrivare prima della metà della settimana prossima per via del complesso sistema proporzionale del paese.