New York, Imam ucciso: si teme movente religioso

New York, Imam ucciso: si teme movente religioso
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Domenica 14 Agosto 2016, 20:50 - Ultimo aggiornamento: 15 Agosto, 18:59
È caccia all'uomo. La polizia di New York è mobilitata alla ricerca del killer dell' imam della moschea di Ozone Park nel Queens e del suo assistente. Un agguato in pieno giorno che, secondo le ricostruzioni iniziali, sembra un'esecuzione: i due uomini, usciti dalla moschea, sono stati attaccati alle spalle e colpiti con spari alla testa. Sul movente ancora poche indicazioni: la polizia è cauta e esamina l'ipotesi rapina. Ma la comunità islamica del Queens non ha dubbi: è stato un crimine dettato dall'odio e la colpa è della retorica di Donald Trump, che ha creato l'islamofobia. L' imam Maulama Akonjee era un rispettato leader religioso fino dal suo arrivo negli Stati Uniti due anni fa dal Bangladesh.

«Era un uomo umile, un imam modello» afferma Kobir Chowdhury, leader di un'altra moschea nelle vicinanze. Akonjee sarebbe dovuto partire per il Bangladesh fra 10 giorni per prendere parte al matrimonio di suo figlio. L'assistente Thara Uddin erano conosciuto per essere estremamente religioso e «non aveva problemi con nessuno» mette in evidenza il fratello Mashuk Uddin, precisando che il fratello è deceduto dopo quattro ore dall'agguato al Jamaica Hospital. Le indagini sono in corso. Il killer è descritto con occhiali e barba e al momento dell'attacco indossava pantaloncini corti e una maglietta blu scuro.

Secondo le descrizioni diffuse, è di corporatura media, con occhiali e barba.
Gli investigatori stanno esaminando le riprese delle telecamere vicino al luogo dell'agguato, cercando una spiegazione per il movente. Le indicazioni iniziali sono per rapina. Ma la comunità locale chiede che l'agguato sia perseguito come crimine d'odio. «La colpa è di Donald Trump e della sua retorica che ha creato islamofobia» afferma Khairul Islam, residente nell'area. È stato un attacco «contro la nostra religione» mette in evidenza Khaled Rahman, altro residente. Alla veglia organizzata in serata per le vittime molti striscioni con 'Vogliamo Giustizià. Presente anche Sarah Sayeed, componente dello staff del sindaco Bill de Blasio con la responsabilità per i rapporti con la comunità musulmana. «Capisco la rabbia ma è importante che sia condotta un'indagine approfondita» mette in evidenza Sayeed.
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