La corsa all'Eliseo: «Né Le Pen né Macron», così la sinistra resta a casa

La corsa all'Eliseo: «Né Le Pen né Macron», così la sinistra resta a casa
di Francesca Pierantozzi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Maggio 2017, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 08:51

Nel 2002 Jacques Chirac rifiutò il testa a testa in tv con Jean-Marie Le Pen, questa sera Emmanuel Macron non solo sarà di fronte a Marine Le Pen, ma cercherà il corpo a corpo. Non insulti, ha detto, ma la guerra delle idee. Sulla carta Macron è già all'Eliseo, i sondaggi gli pronosticano la vittoria col 59-61 per cento dei voti. Ma la realtà di questa campagna come nessun'altra prima, dice che niente è scritto: l'astensione al ballottaggio potrebbe essere per la prima volta più alta che al primo turno.
I pronostici - che sinora hanno sbagliato poco nonostante la diffidenza generale - dicono che dal 22 per cento del 23 aprile si potrebbe passare al 30 per cento domenica prossima.

I RIBELLI
Ieri il risultato della consultazione online cui hanno partecipato i Ribelli della France insoumise di Jean-Luc Mélenchon (19,6 per cento al primo turno) conferma che il fronte repubblicano contro l'estrema destra è pieno di crepe. La maggioranza dei ribelli, più del 36 per cento, ha dichiarato che voterà scheda bianca o nulla, poco meno del 35 per cento voterà Macron e il 29 si asterrà. Il voto online non comprendeva l'opzione Le Pen, perché considerata incompatibile con i principi di uguaglianza, libertà e fraternità che ispirano il movimento.
I 440mila iscritti al voto on line sono però molto meno dei 7milioni di elettori che dieci giorni fa hanno scelto Mélenchon. Di questi, tra il 9 e addirittura il 20 per cento sarebbero tentati di scegliere Le Pen domenica. Il tribuno della sinistra radicale non darà consegne di voto, lo ha detto e ripetuto: no a Le Pen, ma poi, liberi di scegliere Macron, bianco o nullo. Lui non si asterrà, ma non ha dichiarato cosa metterà nell'urna. I suoi lo sostengono.
Il primo maggio è stato osannato quando è salito, brevemente e molto emozionato, col pugno chiuso, sul palco della manifestazione dei lavoratori.

EFFETTO PLAGIO
Le Pen cerca elettori in tutti i punti cardinali. Per parlare agli elettori di François Fillon (20 per cento il 23 aprile) non si è fatta scrupolo di togliergli letteralmente le parole di bocca, ripetendo al comizio del primo maggio a Villepinte, passi interi di un discorso tenuto da Fillon il 15 aprile a Puy-en-Velay. Una piattaforma vicina all'ex candidato conservatore, TV Ridicule, il cui scopo primordiale è mettere in ridicolo i politici e la cui vittima preferita è di solito Macron, è stata la prima ad accorgersi del clamoroso plagio. «Niente plagio - hanno ribattuto dal Front National - soltanto una strizzata d'occhio che rivendichiamo».
In questa fase in cui la candidata di estrema destra preferisce soprassedere sull'Europa, l'euro e la Frexit (i pilastri del suo programma che però le impediscono di allargare il suo elettorato) Le Pen è andata a pescare in un discorso di Fillon in cui si volava più alto e si parlava del ruolo della Francia del mondo.
Le parole (un excursus sulla geografia della Francia e la sua grandezza non solo industriale, agricola o militare, e in cui si cita, tra l'altro, anche l'Italia nostra sorella) non erano in realtà nemmeno farina del sacco di Fillon, ma frutto della penna di Paul-Marie Couteaux, ex eurodeputato, che ha attraversato tutte le correnti sovraniste di Francia dalla sinistra di Chévènement, alla destra di Pasqua e Fillon, fino all'estrema destra di Marine Le Pen, di cui è stato per un periodo ispiratore delle idee sulla sovranità nazionale.

GLI APPELLI
Couteaux, fautore di un'alleanza di tutte le destre, non si è stupito che Le Pen, abbia potuto ripetere parola per parola un discorso di Fillon: «Ci sono similitudini (tra i due), si possono stabilire ponti». Tra il 23 e il 33 per cento degli elettori di Fillon - che ha invitato a votare Macron - potrà scegliere Le Pen domenica prossima. Ieri invece l'ex ministro delle Finanze greco Yannis Varoufakis ha invitato a votare Macron: «È stato l'unico ministro in Europa a fare tutto il possibile» per aiutare la Grecia, «e l'ha fatto prendendo un rischio personale».