Morte sulla nave da crociera: decine
di casi misteriosi e ancora irrisolti

La piscina di una nave da crociera
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Giovedì 5 Novembre 2009, 15:53 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 00:57
ROMA (5 novembre) - La notte e il mare. Romantico set di un ricordo di mezza estate o incubo senza risveglio? Anche a bordo di una nave da crociera il mare e la notte possono rappresentare la sintesi perfetta dell’infinito e dell’ignoto, l’estasi in cui perdersi o l’abisso che inghiotte, l’onda che viene e l’onda che va, il mare che porta e che prende.



Federico Trivellin il mare se l’è portato via per sempre, ha restituito solo un cadavere. Era un ragazzo di 28 anni, di Alghero, secondo ufficiale di macchina di una nave da crociera, Costa Atlantica, con un sorriso allegro e sincero che illuminava ogni foto del suo profilo su Facebook. La notte del 17 settembre di quest’anno, in navigazione verso Barcellona, è volato giù da un ponte della nave, il cadavere è stato ritrovato in mare all’alba.



La morte di Federico è una tragedia ma è anche un mistero, era stato appena promosso, era felice, la famiglia esclude il suicidio. Ma come è possibile che un marinaio esperto cada in mare, dalla propria nave e affoghi? Un mistero per tutti, una tragedia per i genitori e gli amici. E di misteri e tragedie le navi da crociera ne potrebbero raccontare tante, troppe.



«Una sorte bizzarra e cattiva», questa la sintesi dei fatti sulle note di autori come Bruno Lauzi e Paolo Conte che raccontavano la vicenda di un uomo: «onda su onda, son caduto dalla nave mentre a bordo c’era il ballo». Il protagonista della canzone sarà portato dal mare fino all’isola che non c’è, il paradiso, il naufragio perfetto e sarebbe bello sperare che questa fosse la realtà per i tanti nomi che riempiono le pagine web dell’Associazione Internazionale Vittime delle Crociere. Organismo di volontariato che nasce dalla disperata determinazione di due famiglie americane, i Carver e gli Smith , segnate da un analogo tragico evento.



Nel 2004 Merrian Carver di 40 anni scompare da una da crociera in Alaska, dal secondo giorno di navigazione non userà più la sua cabina. Nessuno informa nessuno. La crociera finisce, la cabina viene ripulita, gli oggetti personali gettati e la nave riparte. La famiglia impiegherà più di un mese per avere conferma dalla compagnia di navigazione dell’effettivo imbarco e anche del dettaglio della sua scomparsa. Nessuno sa che fine ha fatto Merrian Carter e nessuno sa che fine ha fatto George A. Smith, di 26 anni, nel bel mezzo della sua luna di miele nel Mediterraneo. Scompare dalla nave, testimoni affermano di aver sentito urla e rumori di una rissa in cabina, ma nessuno sa con chi George ha litigato quel giorno e che cosa sia davvero successo. La sposa è sbarcata in Turchia mentre la nave proseguiva il suo giro turistico, probabilmente con un assassino a bordo. Queste due famiglie e molte altre dell’associazione denunciano le difficoltà incontrate nella gestione delle indagini, delle denuncie e le problematiche relative alla giurisdizione di certi eventi.



Il diritto a bordo di una nave da crociera è determinato dalla bandiera che sventola a bordo, ovvero la giurisdizione è limitata alla nazione in cui è registrata l’imbarcazione. Moltissime navi da crociera di lusso utilizzano “bandiere di comodo”, di altre nazioni, magari della Bolivia, che non ha alcuno sbocco a mare ma evidentemente è “utile” agli armatori per altri motivi. L’associazione proprio per queste ragioni promuove e sostiene una campagna a favore di una legge che obblighi le navi da crociera, indipendentemente dalla nazionalità della loro bandiera a riferire alla Guardia Costiera e all’FBI qualsiasi crimine o presunto crimine si sia consumato a bordo.



Attualmente se i crimini sono commessi in acque internazionali le navi da crociera che non battono bandiera americana non hanno alcun obbligo di denuncia, né sono tenute ad investigare. Normalmente si limitano a ripulire le cabine e far scendere gli eventuali familiari sopravissuti, i cadaveri se ci sono e proseguono, più o meno serenamente, il percorso turistico previsto. E così si perdono le tracce di Amy Linn Bradley di 23 anni, esce probabilmente per fumare una sigaretta dalla cabina di una nave da crociera nel Mar dei Caraibi e nessuno l’ha mai più rivista. Né viva, né morta. I genitori offrono un premio di 250.000 dollari a chiunque possa offrire informazioni di qualsiasi tipo su cosa può essere successo quella mattina a bordo di quella nave.



I numeri approssimativi di questi incidenti a bordo di navi da crociera sono pubblicati da un altro sito dal nome davvero insolito ma abbastanza esplicativo: Cruise Junkie, tossicodipendente non da eroina ma da crociera. L’autore del sito - Ross Klein - è in realtà un professore universitario, un viaggiatore che evidentemente sta cercando di disintossicarsi al punto da dedicare molte delle sue energie a denunciare l’industria turistica delle crociere in tutte le sue presunte nefandezze.



Nel suo sito e nei suoi libri dedicati al lato oscuro, sconosciuto, non visibile dell’industria crocieristica non tralascia alcun aspetto ed essendo un sociologo ne valuta ogni possibile conseguenza. Dall’impatto ambientale alla gestione dei rifiuti di queste città galleggianti, dalle questioni burocratiche a quelle del lavoro a bordo, dagli incidenti che coinvolgono navi a quelli che coinvolgono persone. Ha raccolto così una casista annuale dei passeggeri morti, annegati o scomparsi dalle navi da crociere in tutto il mondo, tanto turisti quanto lavoratori. Ma anche degli stupri o dei tentativo di stupro che coinvolgono sia turisti che lavoratori. E’ un “j’accuse” forte e sostenuto da numeri inquietanti dal 2000 a oggi la stampa internazionale ha riportato 124 casi di persone cadute a mare, incidenti o suicidi e molti misteri perché di quasi tutti le circostanze e le modalità sono rimaste ignote e di molti non si è mai trovato il cadavere.



La settimana scorsa la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge che riguarda proprio le navi da crociera che intendono attraccare o salpare da un qualsiasi porto americano, indipendentemente dalla nazionalità della bandiera che sventola a poppa.



La legge prevede oltre all’obbligo di denuncia immediata alle autorità americane per qualsiasi reato a bordo di navi e la registrazione dei casi di violenza sessuale, di cadute dalle nave, suicidi, omicidi, scomparse a bordo di qualsiasi nave da raccogliere in un sito web della Guardia Costiera. A queste disposizioni si aggiungono questioni più tecniche relative alle misure di sicurezza da adottare: spioncini alle cabine, telecamere di sicurezze, procedure d’intervento mirate a preservare ogni possibile prova di un crimine a bordo. La legge passerà ora al Senato prima di essere definitivamente promulgata dal presidente Obama a tutela e difesa della sicurezza dei passeggeri delle navi da crociera.



Resta il fascino e la malinconia della memoria descritta da Fellini nel suo Amarcord, con le barche in attesa del passaggio del favoloso Rex, con le luci del transatlantico che si specchiavano nel mare confondendosi con il riflesso luminoso delle stelle. E speriamo che da qualche parte nelle profondità delle acque internazionali, chi non è mai più tornato a casa possa almeno riposare in pace.


















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