La Moldavia a pochi mesi dal voto decisivo con la paura di essere una nuova Ucraina

La Moldavia a pochi mesi dal voto decisivo con la paura di essere una nuova Ucraina
di Sabrina Quartieri
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Domenica 3 Agosto 2014, 19:13 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 15:21
​La signora Domnica non vedeva la figlia da sette lunghi anni, ha potuto riabbracciarla e conoscere i suoi nipoti. Il 28 aprile scorso, per i moldavi, è stato "il giorno della dignità". Così lo ha definito il Primo Ministro Iurie Leanca, nella data che ha sancito il Visa free regime, ovvero la possibilità di circolare liberamente senza visto per 90 giorni all'interno dei Paesi membri dell'Ue e dell'area Schengen (eccetto Gran Bretagna e Irlanda). Il significato di questo momento storico lo spiega il capo del governo davanti al suo popolo: "Oggi non si mette fine a un percorso, al contrario, si compie un ulteriore passo del nostro ritorno a casa, verso l'Europa". La diaspora moldava conta circa 850mila persone.



E' alla fine degli anni Novanta che, a causa della pesante crisi economica e politica in atto nel Paese, iniziano a crescere i flussi di immigrati. In Italia, abbiamo imparato a conoscere i moldavi perché, da anni, si prendono cura delle nostre case e dei nostri cari. La Penisola infatti si afferma come destinazione privilegiata della componente femminile. Se in 500mila hanno scelto l'Ovest, gli altri vivono stabilmente in Russia, perché lì moldavi si sentono meno stranieri. A partire dalla conoscenza della lingua, imparata a scuola ai tempi dell'URSS.



La Moldova, stretta tra la Romania e l'Ucraina, resta un Paese prevalentemente agricolo e arretrato. A fine giugno scorso, con gli Accordi di Associazione con l'Ue, il Parlamento di Chisinau e il governo Leanca hanno confermato la volontà di avvicinarsi all'Unione europea, come modello di sviluppo economico innanzitutto. Obiettivo, aumentare gli scambi commerciali con l'Ovest, in particolare le esportazioni di vino e di prodotti ortofrutticoli. Un percorso ad ostacoli a causa delle pressioni partite dalla Russia. Con l'uso della potente arma commerciale, supportata da motivi sanitari, il Primo Ministro Medvedev ha bloccato le importazioni di frutta dalla Moldova. Lo scorso ottobre già si chiudeva il mercato interno al vino. Chi teme ripercussioni nell'immediato futuro, è la comunità immigrata ad Est. Tornare a casa sarebbe la fine. Un sentimento ben interpreto dal deputato del Partito Comunista moldavo Igor Vremea, che ritiene "giusto continuare con le riforme secondo gli standard europei, mantenendo però buoni rapporti sia con l'Ovest che con l'Est".



Intanto, nel Paese, crescono i fronti separatisti. A volersi staccare da Chisinau, è la Gagauzia (regione autonoma turcofona). Lo dice il referendum del 2 febbraio scorso. Resta irrisolta la questione della Transnistria, la striscia di terra tra l'Ucraina e il fiume Dniestr, che, dal 1992, si comporta come uno stato indipendente e, dopo i fatti della Crimea, vuole l’adesione alla Russia. In questo momento schizofrenico, la Moldova si prepara al voto del 30 novembre per il rinnovo del Parlamento. Attualmente composto dal Partito Liberale Democratico Moldavo, dal Partito Democratico e dal Partito Liberale riformato, che compongono la maggioranza, il Forum di Chisinau vede all'opposizione il Partito Comunista (restano i non affiliati e il Partito Liberale).



A pochi mesi dalle votazioni, se Vremea sottolinea l'importanza che la campagna elettorale sia "trasparente" e che il diritto di voto venga esercitato "senza brogli", il Ministro della Giustizia Oleg Efrim parla delle misure adottate contro la corruzione, "come la confisca dei beni per i funzionari pubblici, la responsabilità penale per arricchimento illecito e la revoca dell'immunità ai giudici". Di sicuro le elezioni saranno monitorate dagli osservatori. Lo dice Corneliu Pasat della Commissione elettorale centrale della Moldova: "La garanzia che l'esercizio del voto sarà libero e trasparente dipende in larga misura dalla presenza neutrale e imparziale di esperti e osservatori. Il loro rapporto finale positivo, allo stesso tempo, conferisce legittimità al nuovo Parlamento, aumenta la fiducia dei moldavi nel processo elettorale e la credibilità delle istituzioni a livello internazionale".
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